Arriva e si posizione in classifica su Netflix, Infinite è il classico action movie dalle tinte fantascientifiche, ideale per una serata di relax e intrattenimento.
Infinite | La trama
Nel 1985 a Mexico City, Treadway (Dylan O’Brien, Teen Wolf, Love and Monsters) è lanciato in una folle corsa, a bordo della sua Ferrari, in collegamento radio con Abel (Tom Hughes) e Leona (Joana Ribeiro). Sulle loro tracce, Bathurst (Rupert Friend) non può lasciarseli scappare, deciso com’è a porre fine al mondo come lo conosciamo.
Avete mai fatto un sogno così reale da sembrare un ricordo?
Trentacinque anni dopo, Evan McCauley (Mark Wahlberg) cerca di trovare un impiego, nonostante la diagnosi di schizofrenia che lo penalizza. Non sa che in realtà, tra i suoi ricordi e le sue visioni, si cela una verità fondamentale per il futuro dell’umanità intera. Dopo uno scontro con una banda di criminali che gli procura le medicine, Evan si imbatte in un uomo misterioso (Chiwetel Ejiofor) che vuole qualcosa da lui. Ma sarà solo grazie all’incontro con Nora (Sophie Cookson) che arriverà a capire cosa e comincerà a interrogarsi.
L’importanza della base letteraria nei film d’azione
La pellicola firmata da Antoine Fuqua, maestro del genere, in qualche modo ricorda le suggestioni di un titolo quale The Old Guard. Anche in questo caso, dietro la storia, si trova un’opera letteraria – lì era una graphic novel, qui un romanzo vero e proprio, The Reincarnationist Papers, scritto da D. Eric Maikranz.
La base costituisce il punto di forza del progetto, arricchito dalle indiscutibili doti registiche di Fuqua. Lo stile del cineasta statunitense regala sempre forti emozioni. Infinite appare così un calderone bello pieno di rimandi e strizzate d’occhio al miglior cinema d’azione in circolazione.
Da Fast & Furious a Mission: Impossible, senza ovviamente tralasciare 007. Inseguimenti che sfidano le normali leggi della fisica, incredibili voli da ponti e gru che solo Spider-Man riuscirebbe a fare, lotte e combattimenti orchestrati come danze. Molto si deve all’ottimo reparto tecnico della pellicola, che permette di giocare con ogni elemento a disposizione, avendo la certezza che gli ingranaggi si incastreranno alla perfezione. E non vi sono dubbi in merito.
Tra fede e destino, gli spunti di riflessione di Infinite
Infinite diverte e affascina, senza pretese ma con, invece, alcuni interessanti spunti di riflessione. Il fatto che si parli di reincarnazione e di legami tra le anime, differenzia in qualche modo il film da altri del genere.
Tra gli immortali di The Old Guard e gli Infiniti esistono delle somiglianze fondamentali: entrambe le “specie” agiscono infatti per il bene dell’umanità, e tutte le esperienze passate sono una fonte di conoscenza e miglioramento. L’importanza del ricordo è fuori questione, sebbene per gli Infiniti sia necessario un periodo di tempo al fine di riacquistarne la consapevolezza, la quale darà modo poi di riprendere la lotta.
Sì, perché al fianco di coloro che considerano il dono una responsabilità, chiamati i Credenti, c’è chi – i Nichilisti – tenta in ogni modo di prendere il controllo e interrompere il ciclo continuo.
Abbastanza evidente come dietro simili discorsi possano intravedersi un bel pizzico di filosofia e di teologia. Altrettanto chiaro però che il progetto punti alla spettacolarità e all’intrattenimento, meglio se su un grande schermo.
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