L’ 8 agosto 1986 usciva negli Stati Uniti Stand by me, il film cult di Rob Reiner.
Sebbene abbia incassato solo 52,3 milioni di dollari al momento della sua uscita originale, la pellicola è diventata nel tempo un nostalgico baluardo simbolo di quel delicato passaggio tra infanzia e età adulta.
Il film (e la storia di Stephen King su cui si basa) si svolge proprio negli ultimi giorni ‘di ingenuità’, quando il disincanto inizia a lasciare il posto alle terribili verità del mondo adulto.
Il talento di Reiner sta soprattutto nel saper miscelare i piccoli dettagli che compongono la vita di un bambino e l’oscurità invadente della scrittura di King.
Adattato dal romanzo dell’autore ( The Body), il film alterna lo spirito dell’ avventura spensierata a misura di bambino al dramma della conoscenza di quanto possa essere duro e scortese il mondo.
I protagonisti sono quattro amici del cuore: il pacato e brillante Gordie (Wil Wheaton), il suo fidato amico Chris (River Phoenix), il jolly Teddy (Corey Feldman) e il grassoccio Vern (Jerry O’Connell).
Stand by me la trama
Venuti a conoscenza che il cadavere di un ragazzo del posto giace da qualche parte in giro per la città i 4 ragazzini pensano che diventeranno eroi locali se riusciranno a recuperarlo.
Lo spirito della morte aleggia così sull’intero film segnato dall’ombra di “Stephen King” ( con lo stesso autografo dello scrittore scarabocchiato nell’angolo di ogni fotogramma) fino alla straziante narrazione del finale con un anziano Gordie (Richard Dreyfuss) che espone i destini crudeli del suo amici.
Ma i pericoli più gravi non sono nella morte. Sono nella vita.
Stand by me e la difficile maturità
Ciò che distingue Stand by Me da altre pellicole simili come I Goonies, è il modo in cui affronta la bruttezza della maturità.
I Goonies non dicono mai di poter morire, sono circondati da un Alone di leggerezza.
Questo gruppo di amici in stand by me è invece bloccato in un vortice di abusi e maltrattamenti, di solito provenienti da un genitore.
Il film collega il comportamento instabile di Teddy al suo rapporto con suo padre, un veterinario della seconda guerra mondiale che ha mutilato l’orecchio del suo ragazzo durante un attacco post-traumatico. Chris proviene da una famiglia piena di truffatori e lo stesso Gordie lotta con il senso di colpa di essere sopravvissuto alla morte di suo fratello (John Cusack) mentre i suoi genitori si sono completamente allontanati dal mondo che li circonda.
Nonostante tutto i ragazzini vivono ancora come vivono i bambini. Si divertono a parlare di ragazze, si raccontano aneddoti su Castle Rock, trascorrono il loro tempo insieme .
“Sapevamo esattamente chi eravamo e esattamente dove stavamo andando”,
dice Dreyfuss–Gordie dal futuro, le sue parole cariche di triste ironia
Stand by Me sopravvive nel tempo proprio per questa sua capacità di rappresentare con nostalgia palpabile i bei vecchi tempi, capacità che scaturisce dall’abilità di Reiner di saper vedere attraverso gli occhi di un bambino e allo stesso tempo mostrare la brutale consapevolezza di ciò che viene dopo.
Effetto nostalgia
A distanza di 30 anni, il potere dell’effetto Nostalgia è la costante che unisce ogni generazione di spettatori. Il dolore del ricordare le cose del passato è sempre un processo che ha due facce: prima l’affetto per i giorni passati e poi il dolore che quegli anni sono ormai persi per sempre.
Le battute finali di Gordie, pronunciate da adulto sono al centro di tutto:
“Non ho mai avuto amici in seguito come quelli che avevo quando avevo 12 anni. “ .
Come dargli torto? Niente di meglio dell’essere bambino, lanciare sassi nel fiume, gironzolare per i boschi, attendere che domani sia un’altra straordinaria avventura.