Dal 2 luglio è disponibile su Prime videoLa guerra di domani (The Tomorrow War), film di fantascienza diretto da Chris McKay, per il quale è già in progetto un sequel. Una costosa produzione Paramount destinata al grande schermo, ma che, a causa della pandemia, approda direttamente sulla piattaforma streaming.
La trama
Dan Forester (Chris Pratt) è un ex militare che ha combattuto in Iraq. Congedato dall’esercito coltiva il sogno di una carriera accademica nel mondo scientifico ma, scartato, deve accontentarsi di insegnare scienze in una scuola superiore.
Durante una serata a festeggiare in famiglia le imminenti feste di Natale, una gara di calcio dei mondiali in Qatar dell’inverno 2022 trasmessa in tv viene improvvisamente interrotta dall’irruzione nello stadio di un misterioso commando militare.
Affermando di provenire da un futuro prossimo in cui l’umanità ha i giorni contati a causa di uno spaventoso attacco alieno, i militari lanciano al mondo un messaggio sconvolgente: se non si interviene immediatamente, nel giro di trent’anni, l’uomo non esisterà più.
Migliaia di reclute – fra cui Dan – vengono quindi arruolate per una leva di sette giorni e inviate nel 2051 a combattere una guerra (la guerra di domani, per l’appunto) che, se vinta, consentirà all’umanità intera di proseguire il suo cammino.
Terminati i suoi sette giorni, Dan farà ritorno a casa scioccato da ciò a cui ha assistito. E, soprattutto, sconvolto dall’essere venuto ad apprendere quanto il domani gli potrebbe riservare. Si adopererà quindi con ogni mezzo e con tutte le sue forze affinché il futuro non sia così drammatico come quello a cui ha potuto assistere.
Un blockbuster che mescola scene d’azione a momenti più intimi, il tutto vanificato da una sceneggiatura non all’altezza
La guerra di domani ha, come idea di fondo, un tema ricorrente nella filmografia di genere: quello della fine dell’umanità per opera di esseri provenienti da altre galassie. E, pur con questo tema dominante ormai abusato, il film potrebbe mantenere un certo grado di interesse sia grazie agli effetti di CGI, che rendono le scene d’azione sufficientemente coinvolgenti, sia per l’inserimento nello script di inserti ironici e di momenti più intimi in cui i personaggi svelano le proprie debolezze.
In particolare, in La guerra di domani, sono gli alieni a essere ben rappresentati: esseri xenomorfi che appaiono come gigantesche e ferocissime idre bianche in grado di distruggere qualsiasi cosa capiti loro a tiro e che, per certi versi, riportano alla mente la creatura di Alien.
Anche l’idea della missione nel futuro, per quanto poco originale possa essere, potrebbe reggere. Sia perché Dan si ritrova spiazzato di fronte al proprio futuro sia perché, contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, non è nel futuro che si trova la soluzione per i mali del presente. Bensì è nell’oggi che serve produrre quei cambiamenti necessari per evitare conseguenze irreparabili un domani.
Eppure non sempre le buone intenzioni sono sufficienti a realizzare un buon prodotto. In La guerra di domani, a far crollare tutto il meccanismo, contribuisce la sceneggiatura poco efficace di Zach Dean che rende il tutto poco attrattivo. A partire dalle scene d’azione che, alla lunga, diventano monotone, per giungere ai vari personaggi, appiattiti in stereotipi spesso fastidiosi.
Anche lo scarso approfondimento delle psicologie dei personaggi contribuisce a fare di ‘La guerra di domani’ un’occasione mancata
Dopo due ore e venti di visione si giunge alla conclusione che in La guerra di domani il messaggio principale, cioè la necessità di non sprecare le seconde opportunità che ci vengono concesse per non reiterare gli errori del passato, non sia supportato da un necessario approfondimento delle psicologie dei personaggi, descritti in maniera superficiale e con dialoghi poco incisivi.
Tutti, da Dan Forester al padre James (J.K. Simmons) ripudiato dal figlio perché aveva abbandonato la famiglia quando lui era piccolo, sino ai personaggi di contorno, si barcamenano tra una sceneggiatura scialba che spesso, anziché avvincere lo spettatore, procura cali di tensione che in una pellicola simile dovrebbero essere scongiurati.
A questo va aggiunta una recitazione generalmente mediocre, dalla quale si salva in parte Yvonne Strahovski (la Serena Joy Waterford della serie The Handmaid’s Tale tratta dai romanzi della scrittrice canadese Margaret Atwood) che, in La guerra di domani interpreta il colonnello Muri Forester, la figlia diventata adulta che Dan ritroverà nel futuro.
Ma questo è veramente un po’ poco per un film nato con ambizioni ben superiori. E che vorrebbe essere un monito per l’umanità che sta correndo follemente verso un punto di non ritorno.
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