Greenland. Il dramma familiare che incontra il disaster movie

Visto nelle sale cinematografiche italiane ad inizio Ottobre 2020, approda in blu-ray per Lucky red Greenland, firmato da Ric Roman Waugh. Regista che, dopo l’action movie Attacco al potere 3, torna quindi a dirigere Gerard Butler, qui ingegnere edile e figurante anche tra i produttori del film. Un Butler che è padre del piccolo Roger Dale Floyd e in crisi con la moglie Morena Baccarin. Prima che si apprenda la pericolosissima minaccia di una cometa che si abbatte contro l’umanità.

In quanto le circa due ore di visione intendono rientrare nel filone fantascientifico comprendente Meteor di Ronald Neame e Armageddon – Giudizio finale di Michael Bay.

Ma senza adagiarsi sul facile intrattenimento da elaborata effettistica digitale, sebbene lo sguardo generale sia rivolto in maniera evidente al cinema catastrofico di Roland Emmerich. Perché è in particolar modo nella sua fase conclusiva che Greenland tende a relegare la spettacolarità a suon di distruttiva pioggia di frammenti celesti. E il genere, di conseguenza, fa da sfondo a quello che si rivela un dramma riguardante la disgregazione familiare.

Un dramma che, a partire dalla tesa sequenza dell’imbarco sull’aereo dei “selezionati”, il regista costruisce comunque privilegiando un movimento senza tregua. Movimento che, complice una macchina da presa tenuta raramente ferma, Waugh genera grazie alla progressiva discesa nella follia delle persone tirate in ballo. Persone in cerca della via di salvezza che i tre protagonisti sono destinati a incontrare sulla propria strada, fotogramma dopo fotogramma. Tra individui armati e altri a quanto pare mossi da intenzioni decisamente discutibili.

Man mano che quello che prende forma s’intuisce non essere il classico disaster movie tempestato di imponenti edifici pronti a cadere in pezzi.

Come pure s’intuisce non essere il tipico pop corn movie trasudante situazioni adrenaliniche da lungometraggio d’azione butleriano. Tutti aspetti che rendono Greenland un elaborato da grande schermo capace di andare oltre le banali emozioni da CGI. In questo caso oltretutto accompagnato da ricchi contenuti speciali, a cominciare da un video promozionale e da sette minuti di scene eliminate introdotte dal regista. Che affiancano il trailer italiano e due diverse interviste a Butler, una di sei minuti e l’altra di ventisette.