Due storie, corte ma profonde, di due donne, instabili, angosciate, rinchiuse in una scatola oscura che spesso può essere la nostra vita, la nostra casa, il nostro io.
Cannata, giovane regista siciliano, vincitore di numerosi premi in vari festival di cinema indipendente e di cinema horror italiani, è da più di un decennio dietro la macchina da presa. Con accuratezza scrive, dirige, produce e si dedica ad ogni piccolo dettaglio dei suoi lavori. E si vede. Analizzando la morte violenta nei suoi aspetti macabri e nei complessi meccanismi umani che ne muovono i fili, Cannata si pone come obiettivo il realismo, anche in situazioni d’ordinaria follia. In alcuni casi le mani delittuose sembrano essere mosse da insoddisfazione, cieca violenza e bieca gelosia…in altri le mani compiono atti masochistici ed estremi, dettati dall’immensa solitudine umana e dallo smarrimento e paura che ne conseguono.
Coadiuvato da una buona tecnica (costanti primi piani, ricchi di sfumature, e dettagli puliti su occhi smarriti ed impazziti) Cannata confeziona, interamente in prima persona, lavori notevoli, dalle sceneggiature più che convincenti.
Laura Novak