Martin Scorsese alla Festa del Cinema di Roma: “Volevo fare un film con i miei amici”
Martin Scorsese alla Festa del Cinema di Roma: "Io e Bob De Niro volevamo fare un film insieme, l'ultimo era stato Casinò nel '95. Negli anni abbiamo cercato un personaggio che ce lo consentisse, avevamo diversi progetti, ma alla fine è stato Bob a farmi leggere il libro da cui è tratto The Irishman"
“Volevo fare un film con i miei amici” dice Martin Scorsese e in questa frase c’è tutta la “malinconia” che pervade The Irishman. Il regista è alla Festa del Cinema di Roma per presentare il film tanto atteso (4-6 Novembre in sala, dal 27 Novembre su Netflix) e con una lavorazione di anni, lunga, complicata e appassionante per tutta la tecnologia sperimentale che c’è dietro.
“Senza gli effetti digitali sviluppati dalla Industrial Light & Magic avrei dovuto avere un cast alternativo per far interpretare i ruoli in gioventù, invece ci tenevo a fare tutto con loro“. Il regista 76enne non parla mai di film-testamento, ma certo The Irishman non è solo il nuovo film di Scorsese perché nel raccontare la storia vera del sicario Frank Sheeran, legato alla mafia italiana e irlandese, dal primo dopoguerra agli anni 2000, c’è una saga criminale che incrocia la politica dall’assassinio Kennedy alla Baia dei Porci, che arriva ad un punto finale, come un’epoca che si chiude; ed è tempo di riflettere in modo maturo sulla vita.
“Io e Bob De Niro volevamo fare un film insieme, l’ultimo era stato Casinò nel ’95 – ha raccontato Scorsese -. Negli anni abbiamo cercato un personaggio che ce lo consentisse, avevamo diversi progetti, ma alla fine è stato Bob a farmi leggere questo libro (I heard you paint houses: Frank “The Irishman” Sheeran & Closing the Case on Jimmy Hoffa di Charles Brandt, ndr). Nel raccontarmi la storia di Frank, Bob si è molto emozionato e ho capito che aveva molto da dire su di lui. Entrambi avevamo molto a cuore alcuni temi che potevano essere sviluppati bene in questa storia: il tempo che passa, l’invecchiare, l’amore, il tradimento e la morte. Certo c’è un senso di melanconia che pervade il film perché, per quanto si possa accettare la propria morte, Frank è rimasto solo, ha tagliato i ponti con la propria famiglia“.
Un film già “incoronato” dal direttore artistico della Festa del Cinema di Roma, Antonio Monda: “The Irishman è il più bel film dell’anno” – ha detto a margine dell’inaugurazione della mostra “Cecchi Gori. Una famiglia italiana”. Ma non solo il capolavoro di Scorsese.
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