Presentato nel concorso italiano al 5° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, Res Creata di Alessandro Cattaneo è un documentario che affronta il rapporto complesso tra uomini e mondo animale.
Il giovane regista – anche cosceneggiatore e curatore della fotografia – compone un articolato e complesso mosaico di punti di vista del nostro confronto con gli altri animali e con l’essere animale in quanto tale dell’uomo. Res Creata segue e intervista personaggi famosi – come il cantautore Giovanni Lindo Ferretti – e sconosciuti, nella loro quotidianità vissuta in simbiosi con gli animali. Ferretti, ad esempio, racconta il suo ritorno alle sue origini contadine, alla ricostruzione di una fattoria sperduta nel nulla e all’allevamento di cavalli e alla creazione del teatro barbarico. Unico modo, secondo lui, di poter continuare ad avere un rapporto con il mondo animale e contadino, ormai perso in una società ipertecnologizzata e dove il virtuale ormai impera, sacrificando quel legame emotivo con la terra e la natura ormai scissa dall’uomo che ha perso qualsiasi contatto e legame.
Ma Res Creata segue anche altri personaggi: dal giovane pastore con le sue pecore con cui vive in stretto contatto emotivo e che gli permettono di lavorare e condurre un’esistenza solitaria e in stretto contatto con la natura; oppure a una donna che cura i propri alveari e produce miele; o ancora un giovane allevatore di rapaci e il suo rapporto interdipendente con una civetta con cui si scambiano affettuosità e con i falchi.
Cattaneo, insieme alla coautrice Silvia della Sala –, però non si accontenta di registrare persone reali che vivono un’esistenza a contatto con gli animali e allarga il discorso affrontando l’argomento intervistando diversi studiosi che affrontano la questione dal punto di vista filosofico, psicologico, sociologico. Così Res Creata mostra come il rapporto con l’animale come altro da sé si è andato modificando e che l’antropocentrismo della nostra cultura ha visto l’animale come un essere inferiore, nella costruzione di una gerarchia antropologica che lo ha trasformato in oggetto. Invece si suggerisce come l’uomo è egli stesso animale nel mondo, in un rapporto che deve essere paritetico con gli altri esseri viventi in una, appunto, res creata di cui tutti sono partecipi. Interessante poi il lavoro di un zoomusicologo che studia il linguaggio animale per riprodurne i suoni naturali e inserirli in composizioni musicali e come questa operazione sia nella realtà eseguita da sempre dai musicisti di ogni epoca.
Cattaneo utilizza una fotografia desaturata tendente al grigio e al blu, in un’uniformità della luce che crea una forma compatta nell’assemblare il diverso materiale di cui è composto Res Creata. In un montaggio coeso, il regista amalgama con maestria i differenti punti di vista, le diverse voci, componendo un puzzle di immagini, voci, suoni e linguaggi (animali) che forniscono allo spettatore la ricchezza del creato sotto le diverse forme viventi di cui è composto e di cui l’uomo è solo uno di essi. Una sentita testimonianza di un mondo minoritario, ma ancora presente e tuttora praticato da pochi sopravvissuti, all’interno di una società che ha perduto – per il momento – il reale contatto con il mondo naturale a cui noi apparteniamo.