Latest News

72 Festival di Cannes: The Climb di Michael Angelo Covino (Un Certain Regard)

The Climb è l’esordio nel lungometraggio dell’attore, produttore e regista italo-americano Michael Angelo Covino, in concorso nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2019; un film che riflette sull’amicizia esplorandone i limiti

Published

on

Due amici di vecchia data intraprendono un’arrampicata in bicicletta: tra una facezia e una pedalata. Mike, il più allenato, confessa a Kyle, fidanzato e prossimo alle nozze, di avere avuto una relazione recente con la promessa sposa, con conseguenze tragicomiche. La sfida agonistica si trasforma in un serrato confronto. Queste le prime scene di The Climb, esordio nel lungometraggio dell’attore, produttore e regista italo-americano Michael Angelo Covino, in concorso nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2019, un film che riflette sull’amicizia esplorandone i limiti. The Climb, infatti, racconta, attraverso differenti capitoli che marcano il tempo che passa, l’amicizia turbolenta ma, nonostante tutto, duratura fra Mike, scombinato, donnaiolo ed egocentrico, e Kyle, sentimentale, affidabile e davvero troppo buono. Ad ogni atto corrisponde una diversa fase della vita dei due amici, che si allontanano per anni, poi si riavvicinano – anche grazie all’intercessione della famiglia di Kyle preoccupata per la solitudine di Mike, che conoscono fin da bambino –  con un moltiplicarsi di traversie divertenti e malinconiche al tempo stesso: le prove della vita non faranno altro che testare la relazione amicale fra i due uomini, che si trasforma in un’esplorazione di se stessi, dei rapporti con gli altri e del tempo che passa e tutto trasforma.

L’idea di questo film è nata da un cortometraggio – racconta il regista – ed avevamo già creato questo mondo ‘conciso’, io e Kyle (Kyle Marvin, attore e co-sceneggiatore del film), basato su due personaggi, che sembrava interessante. Era chiaro che l’amicizia fra i due protagonisti non si sarebbe mai spezzata né crollata, qualunque cosa accadesse. Volevamo rispondere alla domanda: ‘cosa succede quando nella tua vita ci sono persone con le quali condividi un legame di amicizia o amore che vuoi mantenere al di là di qualunque altro legame tu possa avere?’ Il mio approccio a questo film è stato simile a quello di un gioco ma ogni scena è stata girata una sola volta, quindi c’era in anticipo una grande pianificazione e non abbiamo lasciato molto spazio all’improvvisazione”.

A dire il vero, questo film particolarissimo sembra essere entrato in punta di piedi nella selezione di Cannes, eppure si ritaglia un piccolo spazio registico e autoriale nel panorama delle opere prime presentate in Un Certain Regard. L’approccio estetico è curato nei dettagli – Covino racconta parte della storia con i movimenti della macchina, a sua volta protagonista – e la narrazione è accompagnata dalla musica e dal colore per creare emozioni e fermare le immagini. Ispiratosi a Truffuat e Rhomer, per la sua commedia ‘alla francese’, il regista sottolinea come Reality di Matteo Garrone abbia rivoluzionato la sua idea di cinema e rappresenti per lui la più alta espressione di come si dovrebbe intendere l’approccio cinematografico. “Per un americano come me – conclude – essere a Cannes rappresenta un sogno, ci sono stato tante volte per vedere i film ma non pensavo mai di venirci da regista”. Il film è anche in competizione per la Caméra d’or.

Commenta
Exit mobile version