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Skepto Film Fest: Are you listening, mother? di Tuna Kaptan, il film vincitore della decima edizione

Selezionato in diversi festival europei, tra cui il Clermont-Ferrand International Short Film Festival, e premiato a Monaco (Turkish Film Days), Dresda (Filmfest Dresden) e Ankara (Ankara International Film Festival), il cortometraggio di Tuna Kaptan si aggiudica la decima edizione dello Skepto Film Festival a Cagliari

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Prigionieri nella propria casa. Poche cose possono essere altrettanto invasive e ambivalenti. Casa è il posto in cui si è più liberi di essere se stessi, il posto dove si vive con e per la famiglia, il posto la cui sicurezza è data proprio dal fatto di poterlo lasciare e farvi ritorno quando si vuole.

Tuna Kaptan, produttore, scrittore e regista di Are you listening, mother?, vincitore della decima edizione dello Skepto Film Festival appena svoltosi a Cagliari, parte da qui. Da una casa, unico spazio scenico di tutto il cortometraggio, e da una famiglia di due sole persone: una madre anziana in scialle, pantofole e Hijab e suo figlio, adulto e uomo che si prende cura di lei. Siamo in Turchia. E nella Turchia di oggi non è difficile che la polizia riporti una donna curda a casa da suo figlio, con l’ordine di installare alla sua caviglia un braccialetto elettronico che non le permetta di allontanarsi da un raggio di quindici metri, trasformando lo spazio domestico in una prigione senza sbarre. L’accusa: “terrorismo”. Il corpo del reato: un lavoro a maglia che doveva diventare un maglione rosso per il figlio più piccolo, latitante. Tanto basta in Turchia per essere considerati pericolosi complici dei terroristi nemici del sistema. Sarà proprio il filo rosso di quel lavoro a maglia a diventare il primo strumento di confino, quando il figlio grande lo userà per misurare, fino al cortile, un perimetro di quindici metri che sua madre non dovrà oltrepassare per nessun motivo. E che lei oltrepasserà continuamente, magari per sbrigare faccende ordinarie come togliere il bucato dalla fune.

L’intero lavoro poggia sulla stessa dinamica che si ripete immancabilmente: la madre oltrepassa il limite – il braccialetto suona – due gendarmi, sempre gli stessi due, si presentano alla porta. Attraverso questo schema ripetuto si sviluppa un crescendo emotivo non senza punte di ironia, a partire dalla frase che dà il titolo all’opera pronunciata ritualmente dall’uomo all’indirizzo della madre, sperando che questa volta, finalmente, stia ascoltando le sue istruzioni per evitare l’arrivo degli uomini in divisa, mentre sta già ricominciando un nuovo ciclo. Ogni volta è più dura, i gendarmi prima lo multano come responsabile, poi cominciano a minacciare anche lui. Ben presto ci si accorge che l’uomo è più prigioniero di sua madre, costantemente vessato tra due fuochi: l’obbedienza alla legge e la responsabilità verso la madre da un lato, e la legittima pulsione di ribellione da una costrizione assurda e ingiusta; la paura di oltrepassare il limite e far tornare i gendarmi, e l’amore con cui cerca di proteggere sua madre, sorda anche alle istruzioni più semplici. Per proteggerla sarà disposto anche a mentirle pur di corrompere il potere con i suoi stessi mezzi.

Tuna Kaptan sceglie una narrazione semplice e lineare per fare di una storia di due soli individui isolati una denuncia nemmeno troppo metaforica (solo nei titoli di coda scopriamo che il corto è basato su fatti e persone reali) su cosa voglia dire vivere in Turchia oggi, convivere costantemente col terrore di oltrepassare qualche limite perseguibile senza immaginare quali possano essere le conseguenze non solo legali, ma soprattutto umane e individuali. Are you listening, mother? è un corto che cerca una riflessione sulla libertà negata a un popolo, puntando l’obbiettivo dentro il microcosmo di due singole persone legate dal rapporto madre-figlio, facendone un simbolo di quanto si possa essere depredati dal potere costituito a livello individuale, anche senza aver commesso alcun crimine.

Selezionato in diversi festival europei, tra cui il Clermont-Ferrand International Short Film Festival, e premiato a Monaco (Turkish Film Days), Dresda (Filmfest Dresden) e Ankara (Ankara International Film Festival), il cortometraggio di Tuna Kaptan si aggiudica la decima edizione dello Skepto Film Festival a Cagliari. Durante la cerimonia di premiazione, la giuria ha dichiarato di voler premiare un lavoro “per la libertà di un popolo, che rappresenta tutti i popoli”, riferendosi a tutte le persone costrette a vivere la propria nazionalità come un problema. Tema verso il quale il festival di Cagliari si è mostrato particolarmente sensibile, come testimoniato da diversi altri corsi in gara e nelle sezioni speciali.

Nicola Girau

  • Anno: 2019
  • Durata: 20'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Turchia, Germania
  • Regia: Tuna Kaptan