Rigorosamente in bianco e nero, l’America degli anni Sessanta si presenta alla Ono Arte Contemporanea con due mostre che partono idealmente da Hollywood e, attraverso deserti e metropoli, cortei e studi d’artista, raccontano una società complessa che per noi che eravamo al di qua dell’Oceano appariva come la nuova frontiera del progresso.
Fino al 28 aprile, nello spazio in via Santa Margherita 10, si possono vedere infatti: Marilyn Monroe & The Misfits e Dennis Hopper, Photography. La prima è un reportage di Ernst Haas che si trovava in qualità di fotografo di scena sul set di The Misfits, Gli spostati in Italia, con la seducente Marilyn Monroe che interpretava uno dei film cardini della sua carriera: sarà l’ultimo ad uscire completo nelle sale, e il copione regalatogli dal marito, lo sceneggiatore e drammaturgo Arthur Miller, sarà il loro ultimo legame prima del divorzio che sarà firmato poco dopo la fine delle riprese. Gli scatti regalano le immagini del set e quelle del dietro le quinte, restituendo le atmosfere infuocate del Nevada, scene di cavalli ribelli, polvere, e l’attrice che recita insieme a Clark Gable e a Montgomery Cliff.
La seconda esposizione porta invece a Bologna gli scatti di uno degli attori più affascinanti e ribelli di Hollywood che dimostra quindi di essere un artista a 360 gradi, poco a suo agio se costretto nei rigorosi abiti del divo piacione. Prima con una macchina regalatagli dalla moglie, poi con attrezzature poco professionali ed economiche, spesso recuperate nei drugstore, Dennis Hopper fotografa l’America dei grandi cambiamenti sociali, le marce per i diritti degli afro-americani, i movimenti giovanili, la cultura hippie e gli artisti suoi amici, da Robert Rauschenberg a Andy Warhol.