‘Afrodite’: la potenza del mare nel nuovo film di Stefano Lorenzi

Afrodite è il film del 2025 di Stefano Lorenzi con Ambra Angiolini, Giulia Michelin, Gaetano Bruno e Lorenzo Buran. Prodotto da Dakota Film Lab e Rai Cinema e distribuito da Altre Storie. L’opera è in concorso nella categoria  Lungometraggi opere prime e seconde italiane all’Ortigia Film Festival, fondato nel 2009 dall’Associazione culturale Sa.Li.Ro’ e arrivato alla sua 17ª edizione.

Il film ci mostra come il mare possa nascondere e custodire dolori e paure ma anche l’amore e la bellezza della dea Afrodite che dalla spuma del mare emerse.

Un intreccio di criminalità e segreti

Siamo in Sicilia, è il 1993 e sullo sfondo di un siciliano paesaggio desolato Ludovica (Ambra Angiolini), suo malgrado, si ritrova a collaborare con Sabrina (Giulia Michelin) e Rocco (Gaetano Bruno). I due sono una coppia di criminali e hanno un incarico da portare a termine per il fratello di Rocco. In una nave affondata durante la Seconda Guerra Mondiale, c’è un grosso carico di tritolo da recuperare e consegnare a Don Calò per i suoi atti terroristici. Il recupero è un compito totalmente attribuito a Sabrina e Ludovica che è una sommozzatrice esperta. Il rapporto tra i tre è teso. Sono diversi e Ludovica si sente perennemente in pericolo, soprattutto perché il mondo della criminalità non è proprio il suo mondo. Ha un debito da pagare, un segreto del quale portare il peso e nient’altro. Sabrina diffida di Ludovica fin quando il mare e Afrodite, non iniziano a giocare un ruolo che cambierà tutta la loro vita.

Afrodite: un racconto radicato nella storia

Afrodite si basa su fatti realmente accaduti. La narrazione, infatti, si svolge in uno dei periodi più bui della storia italiana: quello delle stragi di mafia, all’inizio degli anni Novanta. Come ha dichiarato lo stesso regista in una intervista a Taxi Drivers:

“Durante le riprese della serie [L’Ora – Inchiostro contro piombo] ho fatto delle ricerche e ho trovato un articolo che parlava del fatto che le strade di Falcone, Borsellino, ma anche Via dei Georgofili e tutte quelle coinvolte negli attentati dell’inizio degli anni ‘90 avevano tutti una stessa matrice di tritolo. Ma non si capiva dove la mafia l’avesse trovato. Poi scoprirono che due pescatori andavano a recuperare il tritolo in una nave sommersa della seconda guerra mondiale perché il tritolo si mantiene bene in acqua […]”

Il ruolo del contesto storico arriva a rafforzare la bolla di solitudine in cui vivono Ludovica, Sabrina e Rocco.

Silenzi, personaggi e il mare come protagonista

La caratterizzazione dei personaggi è perfetta, ognuno di loro sembra viaggiare su un diverso livello di verità e consapevolezza. Parallelamente anche il silenzio tra le loro parole li identifica. Il silenzio è il principale elemento comunicativo del film. Il personaggio interpretato da Ambra Angiolini è ricolmo di sguardi e carezze, ci fa tornare all’essenza delle immagini cinematografiche in cui le parole venivano esclusivamente mostrate. Inoltre, il mare non è soltanto un luogo ma è proprio un personaggio. Spinge i protagonisti verso la ricerca di se stessi ed è il motore che avvia il confronto con il loro passato. Soltanto Sabrina sembra vivere nel presente, e forse è questo che attira Ludovica perché in lei vede la possibilità di un ‘andare oltre’.

Afrodite

Afrodite è un film che riporta la dea omonima al suo luogo d’origine e ne enfatizza i poteri. Fonde l’archetipo della dea con le ferite ancora aperte della storia recente italiana. Lorenzi ci consegna un’opera intensa, in cui il mare diventa custode e giudice, un ponte tra passato e futuro, tra silenzio e verità. Un film che non lascia indifferenti e che conferma la potenza del cinema come strumento di memoria e rinascita. Con questo lavoro, il regista – già noto per il suo impegno nel raccontare storie che intrecciano vicende individuali e collettive – conferma la sua capacità nel dare forma a narrazioni complesse, capaci di spingere il pubblico a riflettere.

https://www.youtube.com/watch?v=PMhVNUSUqSE