Interno berlinese, un film di Liliana Cavani del 1985. La pellicola venne vietata ai minori di 14 anni dalla censura cinematografica. Presentato al XXXVI Festival Internazionale del Film di Berlino, 1986.
Nella Berlino del 1938 Louise, giovane moglie di un alto funzionario nazista, intreccia un rapporto amoroso con Mitsuko, figlia dell’ambasciatore giapponese. II marito Heinz s’accorge della situazione e finisce per tollerarla. Intanto il regime nazista inizia una campagna moralizzatrice – attuata per sbarazzarsi di personaggi scomodi – e I’uomo, pur intuendo i pericoli che corrono il suo nome e la sua carriera, cade nella trappola seduttoria di Mitsuko. Nel triangolo amoroso s’inserisce anche Benno, un italiano amante della giovane giapponese, che riesce a ricattare Louise. Alla fine lo scandalo scoppia, costringendo Heinz e le due donne a fuggire ad Amburgo. La storia si chiude con la morte di Heinz e Mitsuko per avvelenamento, provocato dalla stessa giapponese.
Lei, lei e l’altro: un triangolo di passione che, proprio perchè pienamente cosciente della sua impossibile sopravvivenza, decide di darsi una fine da sè, lucidamente. Liliana Cavani riadatta all’epoca e ai luoghi del nazismo La croce buddista, un romanzo di Junichiro Tanizaki, scrittore giapponese della prima metà del ventesimo secolo, noto per i risvolti erotici dei suoi racconti. Ad affiancare la regista in sceneggiatura c’è Roberta Mazzoni, già aiuto regista in La pelle (1981) e futura co-sceneggiatrice anche per Francesco (1989); Interno berlinese è un lavoro formalmente compiuto (fotografia elegante di Dante Spinotti, Ruggero Mastroianni al montaggio, Pino Donaggio alle musiche) il cui respiro è tutto nell’atmosfera patinata che avvolge la storia. Dramma dell’erotismo diretto da una Liliana Cavani in discreta forma. L’autrice dirige un film simile – per contenuti e contesti – al suo titolo più discusso, Il portiere di notte (1974). Qui, in ogni caso, mancano la morbosità congenita, la fascinazione perversa, la tortura mentale; restano raffinati giochi erotici, gli attori, un tragico finale e la Germania nazista alle spalle.