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‘Kill Bill boxset’ in home video

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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A tiratura limitata di duemila copie, Kill Bill boxset va ad aggiungersi alla collana Midnight Classics di Plaion pictures. Un prestigioso cofanetto per rigustare sia in 4K Ultra HD che su blu-ray i due capitoli che ad inizio millennio hanno rappresentato l’ormai mitico dittico tarantiniano. Dittico costituito da Kill Bill volume 1 e Kill Bill volume 2, rispettivamente datati 20023 e 2004. Dittico attraverso cui l’enfant terrible di Hollywood Quentin Tarantino espose all’ennesima potenza tutto il proprio amore nei confronti della celluloide di genere. Dopo aver rispolverato il gangster movie tramite Le iene – Cani da rapina e Pulp fiction e la Blaxploitation con Jackie Brown. E, proprio come in Pulp fiction, è una struttura narrativa divisa in capitoli disposti in maniera tutt’altro che cronologica a caratterizzare l’accoppiata di pellicole. Qui proposte ciascuna su due dischi all’interno di una confezione cartonata contenente anche un booklet e due card da collezione.

 

Kill Bill volume 1 (2003)

 

Logo della casa di produzione Shaw Bros e conseguente didascalia che recita il proverbio “La vendetta è un piatto che va servito freddo”. Un prologo in bianco e nero mostra un’irriconoscibile Uma Thurman dal volto insanguinato e alle prese con tale Bill, di cui udiamo soltanto la voce. Titoli di testa commentati dalla Bang bang di Sonny Bono interpretata da Nancy Sinatra e inizia la vicenda della “Sposa”. Conosciuta con il nome in codice Black Mamba, nonché membro del gruppo di killer noto come Deadly Viper Assassination Squad (DiVAS). Gruppo ognuno dei cui componenti si nasconde sotto un nome fittizio ispirato a quello di un serpente velenoso. Un gruppo capitanato, appunto, dallo spietato Bill, ex amante della donna, responsabile durante la festa delle sue nozze dello sterminio di tutti i presenti. Compreso il figlio che lei aveva in grembo. Ed è dunque risvegliatasi dopo un coma di quattro anni e riacquisite le capacità motorie che, armata di spada, decide di attuare la propria vendetta. Mettendosi quindi sulle tracce di tutti coloro che fanno parte della DiVAS. Dalla Vernita Green/Copperhead di Vivica A. Fox al Budd/Sidewinder di Michael Madsen, passando per la Elle Driver/California Mountain Snake di Daryl Hanna.

Nomi preziosi all’interno di un ricco cast comprendente anche un Michael Parks sceriffo come in Dal tramonto all’alba e David Carradine nel ruolo di Bill.

Che in questo primo capitolo, però, vediamo appena, mentre un meritato spazio lo ha il maestro Hattori Hanzo di Sonny Chiba. All’insegna di un moderno samurai movie intriso di senso dell’onore tipico dei film d’azione e di arti marziali di origini orientali. Man mano che il futuro autore di Bastardi senza gloria assembla diverse tecniche di ripresa e regia senza abusare mai in virtuosismi inutili. Ammorbidendo inoltre la violenza visiva in un segmento realizzato a cartoni animati, la cui produzione è stata curata dal noto studio giapponese Production I. G.. Perché, pur non risultando assente l’ironia, se vi è un ingrediente che non manca in Kill Bill volume 1 è proprio la violenza. Con l’apice raggiunto nello splatterissimo duello alla “House of Blue Leaves” orchestrato tra colore, bianco e nero e silhouette. Duello in cui la protagonista indossa la mitica tuta gialla del Bruce Lee de L’ultimo combattimento di Chen. Come pure, a proposito di Lee, sembrano uscite dal serial televisivo Il Calabrone verde le mascherine sui volti dei seguaci del boss yakuza O-Ren Ishii.

Ovvero Lucy Liu, che con la “Sposa” si cimenta in uno scontro finale da antologia sulla neve accompagnato dalla base di Don’t let me be misunderstood.

Il tutto per uno spettacolo in fotogrammi che, al di là dell’intrattenimento, sembra suggerire anche un certo sottotesto femminista. Tra spade impugnate da uomini che vengono private di lama/virilità e la successiva uccisione degli stessi da parte di una “penetrante” Thurman. Il resto, come di consueto, lo fa il citazionismo cinefilo caro al cineasta americano. Dal dettaglio macroscopico argentiano di un proiettile che fuoriesce dalla canna di una pistola ad un omaggio a Sette note in nero di Lucio Fulci. Con riciclo di colonne sonore nostrane ed evidenti rimandi a Lady Snowblood di Toshiya Fujita. Più un capitolo intitolato The blood splattered bride, come è conosciuto internazionalmente il vampire movie Un abito da sposa macchiato di sangue di Vicente Aranda. Ventidue minuti di making of, il trailer originale sottotitolato e la band 5.6.7.8’s che suona I walk like Jayne Mansfield e I’m blue fanno da extra. Al solo blu-ray, però.

 

Kill Bill volume 2 (2004)

 

Eliminate Vernita Green e O-Ren Ishii, la “Sposa” deve portare a termine la sua vendetta uccidendo gli ultimi tre membri della DiVAS rimasti in vita. E si riparte con un’introduzione in bianco e nero immersa in un’atmosfera da noir della fine degli anni Trenta. Introduzione in cui Black Mamba, alla guida di un’automobile, parla direttamente agli spettatori, anticipando il capitolo sei: Massacro ai Due Pini. Capitolo che ripercorre il giorno dello sterminio durante la cerimonia nuziale, con inclusa inquadratura che sembra strizzare l’occhio a Sentieri selvaggi di John Ford. Del resto, è proprio uno scenario da western a caratterizzare la situazione, volta a far entrare eccezionalmente in scena il Bill soltanto accennato nel volume 1. Il Bill di un Carradine fornito di lungo flauto alla mano, come il personaggio che incarnò nel popolare telefilm Kung fu. Un cattivo che, però, lascia avvertire anche una certa componente romantica. In fin dei conti, accecato di gelosia è a causa dell’amore improvvisamente negatogli dalla sua ex amante che ordina la carneficina. E, con una certa venatura di poesia, è subito chiaro che Kill Bill volume 2 sia completamente diverso dal suo predecessore. Infatti, come già spiegato, in Kill Bill volume 1 dominava un retrogusto femminista a base di “spade-fallo” da usare per penetrare gli uomini.

Qui vi è visivamente meno sfoggio di sangue e violenza e a regnare sono i sentimenti.

Posti ancor più in evidenza per esporre gli impulsi – a cominciare dall’istinto materno della “Sposa” – che spingono ogni personaggio ad uccidere. Ma non manca come sempre lo humour, disseminato soprattutto nei dialoghi riguardanti, come da tradizione tarantiniana, argomenti facenti parte della vita quotidiana comune. Dal cinema alla musica, ai fumetti, fino, appunto, ai sentimenti. Come testimonia ulteriormente la parte finale delle oltre due ore e dieci di visione, in cui proprio Carradine sfodera un discorso da antologia sui supereroi. Oltretutto in questo caso le parole occupano molto più spazio rispetto all’azione, rendendo comunque tutt’altro che noioso lo svolgimento dell’insieme. Al cui cast si aggiungono Bo Svenson nei panni di un reverendo e Gordon Liu in quelli del maestro Pei Mei che addestra la protagonista. Il Gordon Liu che, star delle produzioni hongkonghesi della storica Shaw Brothers, era già presente nel film precedente come leader degli 88 folli. Ora invece “monaco dalle ciglia bianche” al centro di uno dei migliori momenti dell’operazione. Tra fotografia sgranata, immagini in silhouette, spuntinature sulla pellicola, uso retrò dello zoom, voli in aria e movenze scattose.

Operazione che intende essere un elogio a tutte le mamme e, in particolare, alla Thurman, che iniziò le riprese di Kill Bill dopo la gravidanza.

Concentrandoci, però, ancora su questo volume 2, è bene precisare cosa lo differenzi principalmente dal volume 1. In quanto lì si guardava soprattutto al sanguinoso e ultraviolento cinema orientale, qui si abbonda in tributi a Sergio Leone e allo spaghetti western. Con tanto di aride distese e cappelli da cowboy. Non a caso, uno dei segmenti che lo compongono s’intitola Faccia a faccia, come l’omonima pellicola di Sergio Sollima. D’altra parte, i prodotti d’arti marziali degli anni Settanta non erano altro che western orientali. In entrambi erano infatti presenti elementi spesso analoghi come l’eroe solitario e il grande senso dell’onore. Figuriamoci, quindi, se un divoratore di Settima arte di genere del calibro di Quentin Tarantino poteva lasciarsi sfuggire tali affinità. Senza dimenticare di richiamare Paura nella città dei morti viventi del sopra menzionato Fulci nella sequenza del cimitero e di omaggiare televisivamente Shogun il giustiziere di Kenji Misumi. Il trailer originale sottotitolato, una scena eliminata, l’esibizione dei Chingoon alla premiere e ventisei minuti di making of sono i contenuti speciali del blu-ray.Il 4K Ultra HD, come per Kill Bil volume 1, ospita solo il lungometraggio.

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