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‘Chloe’s Dream’: aprire le porte del sogno per ritrovare lo sguardo

Jérôme Erhart, Sylwia Szkiladz e Jessica Poon danno vita ad un cortometraggio che trasforma l’animazione in esperienza sensoriale e vince il Messina Opera Film Festival

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Di notte, quando la casa tace e il giardino diventa un’ombra immobile dietro la finestra, il cinema può ancora permettersi di entrare in punta di piedi nei sogni. Chloe’s Dream lo fa con la grazia di un sussurro e l’ambizione di un saggio visivo. È uno di quei cortometraggi che non cercano l’effetto immediato, ma si svelano strato dopo strato. Ed è forse proprio questa qualità rara ad averlo reso il vincitore, come miglior cortometraggio intitolato a “Emi Mammoliti”, del Messina Opera Film Festival. E in effetti, Chloe’s Dream ha la straordinaria capacità di coniugare incanto e inquietudine, leggerezza fiabesca e profondità teorica.

Un piccolo Cupido custode dei sogni

Il film narra la storia di un piccolo Cupido, creatura liminale e sfuggente, custode di una chiave capace di aprire le porte dei sogni. Quando cala la notte, Cupido fa visita alla giovane Chloé nella sua stanza affacciata sul giardino. La chiave la solletica, la sfiora, la risveglia con un brivido improvviso. Da quel momento, qualcosa si spezza: Chloé perde il controllo del proprio corpo, che sembra sottrarsi alla volontà cosciente per iniziare a sperimentare da solo, guidato da impulsi, desideri e paure che non chiedono permesso. È l’inizio di un viaggio onirico che non ha nulla di consolatorio: il sogno non protegge, espone.

Chloe's Dream

Ed è qui che Chloe’s Dream rivela la sua vera natura. Non è un racconto sul sogno, ma un film che sogna, adottandone la logica instabile, la grammatica frammentata, l’andamento associativo. Jérôme Erhart, Sylwia Szkiladz e Jessica Poon costruiscono un dispositivo narrativo che rifiuta la linearità classica. Cupido non è una guida: la chiave non apre soltanto le porte ma sgretola il confine tra controllo e abbandono.

Estetica dell’inquietudine

Dal punto di vista visivo, il cortometraggio sceglie una animazione dal segno vibrante. I disegni sembrano respirare, deformarsi, reagire emotivamente a ciò che accade. Le linee non cercano la perfezione, ma l’instabilità: un tratto che si incrina, si assottiglia, si spezza, come se il mondo rappresentato fosse continuamente sul punto di dissolversi. È un’animazione che, all’armonia, preferisce l’estetica dell’inquietudine, andando di pari passo con l’esperienza corporea di Chloé. Il suo corpo, infatti, è il vero campo di battaglia del film: si muove senza consenso, scopre e reagisce prima di capire. Anche il colore è usato in maniera drammaturgica. Le palette si restringono e si dilatano a seconda dello stato emotivo della protagonista, alternando tinte notturne e fredde a improvvise esplosioni cromatiche che segnano momenti di perdita di controllo o di rivelazione. Nulla è decorativo: ogni scelta visiva serve a raccontare un passaggio interiore, una soglia attraversata.

Chloe's Dream

Tra desiderio e controllo

La musica e il suono svolgono un ruolo decisivo nella costruzione dell’atmosfera. Più che accompagnare l’immagine, la mettono in discussione. I temi musicali sono minimali, quasi ipnotici. Talvolta sembrano emergere da un luogo diverso rispetto alla scena, come se appartenessero più al sogno che al film. E il silenzio diventa attesa e possibile smarrimento.

Chloe’s Dream diventa una riflessione potente sull’infanzia, sul desiderio e sulla perdita del controllo. Un film che rifiuta qualsiasi semplificazione morale, e che preferisce lasciare lo spettatore in una zona di ambiguità. Cupido non è un simbolo innocente, ma una figura che turba. Il sogno non è rifugio. Chloe’s Dream è un’opera che usa l’animazione non per semplificare il reale, ma per complicarlo e renderlo più vero. Un film breve, ma denso, che non si limita a raccontare un sogno: ci invita a entrarci, accettando il rischio di non uscirne uguali a prima.

Marie Heeschen per Chloe's Dream

Marie Heeschen per Chloe’s Dream Ph. Giuseppe Contarini

 

Il trailer di Chole’s Dream

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Chloe’s Dream

  • Anno: 2025
  • Durata: 6
  • Genere: Animazione
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Jérôme Erhart, Sylwia Szkiladz e Jessica Poon