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‘Fame – Saranno famosi’: il prezzo del talento

Ambientato a New York, ‘Fame’ mostra il percorso di giovani talenti che inseguono la fama attraverso lo studio, la disciplina e il sacrificio

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Uscito nel 1980, Fame – Saranno famosi è un film prodotto dalla Metro-Goldwyn-Mayer e diretto da Alan Parker, regista noto per il suo approccio realistico e intenso. Uno stile personale molto riconoscibile; prima di questo film si era già distinto per opere intense, spesso incentrate su individui messi alla prova da sistemi rigidi o contesti sociali complessi. Anche in Fame, Parker evita qualsiasi visione romantica o edulcorata del successo artistico, preferendo un approccio diretto, quasi documentaristico. Il cast corale comprende attori che sarebbero poi diventati volti iconici del cinema e della televisione, tra cui Irene Cara, Gene Anthony Ray, Lee Curreri e Debbie Allen e che nel film hanno saputo rendere credibili le performance, mostrando fragilità, frustrazione e ambizione senza filtri. Il risultato è un film che unisce energia e realismo, un’opera che parla di arte non come sogno astratto, ma come lavoro duro, totalizzante e spesso spietato.

Fame – Saranno famosi: sognare a tempo pieno

Fame segue un gruppo di giovani studenti ammessi alla High School of Performing Arts di New York, un istituto pubblico d’eccellenza dove danza, musica, teatro e canto non sono semplici materie, ma vere e proprie ragioni di vita. Nel corso di quattro anni scolastici, il film intreccia le storie di ragazzi molto diversi tra loro, mostrando entusiasmi, fallimenti, sacrifici e compromessi. Il talento non basta: ogni personaggio deve confrontarsi con limiti personali, difficoltà economiche e pressioni emotive, scoprendo che il successo ha un costo spesso più alto di quanto immaginato.

Una New York aspra e reale

Il film esce nel 1980, in un periodo in cui New York è lontana dall’immagine patinata che avrà negli anni successivi: è una città dura, segnata da crisi economica, disuguaglianze sociali e tensioni culturali. Fame riflette questo clima, mostrando un’America in cui il sogno artistico non è un privilegio, ma una conquista faticosa. L’ambientazione urbana diventa parte integrante del racconto: le strade, le aule spoglie, i teatri improvvisati restituiscono un realismo che rende credibili i sogni e ancora più dolorose le sconfitte.

Storie corali, verità individuali

La sceneggiatura sceglie una struttura corale, evitando un unico protagonista per dare voce a esperienze diverse. Questa scelta permette di esplorare temi complessi come l’identità, la disciplina, il talento innato contrapposto allo studio, e il rapporto tra arte e vita privata. I dialoghi sono diretti, spesso crudi, e non idealizzano il percorso artistico: il successo non arriva per tutti e, quando arriva, non sempre porta felicità. La scrittura alterna momenti di grande energia a passaggi più intimi, mantenendo un equilibrio efficace tra spettacolo e introspezione.

Lo sguardo del regista

Alan Parker affronta il musical da una prospettiva insolita: invece di usare la musica come evasione, la integra nella narrazione come estensione emotiva dei personaggi. Le performance non interrompono la storia, ma la approfondiscono. Parker guarda ai suoi protagonisti con empatia, senza giudicarli né idealizzarli, e sceglie una regia essenziale, spesso quasi documentaristica. Il suo punto di vista è chiaro: l’arte è una vocazione totalizzante, ma non è una salvezza automatica.

Tra palco e realtà

Il cuore del film sta nel contrasto tra l’illusione della fama e la realtà quotidiana del lavoro artistico. Fame smonta il mito del successo facile e mostra come disciplina, resilienza e sacrificio siano spesso invisibili al pubblico. Il celebre motto “Fame costs” (la fama costa) diventa la sintesi del messaggio del film: ogni applauso è il risultato di rinunce personali, e non tutti sono disposti – o in grado – di pagarne il prezzo.

Un’eredità duratura: l’attualità in Fame

A distanza di anni, Fame resta un film emblematico perché riesce a parlare ai giovani di ogni generazione. Non promette scorciatoie né finali rassicuranti, ma invita a riflettere sul significato autentico del talento e dell’ambizione. È un’opera che entusiasma e mette in guardia allo stesso tempo, ricordando che inseguire un sogno è un atto di coraggio, ma anche di consapevolezza. Oggi disponibile su Prime Video, attraverso l’attivazione della prova gratuita.

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