Festival del cinema di Porretta Terme

Eleonora Danco, un’artista sperimentale

Al Porretta Terme il nuovo lungometraggio della regista

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Il festival di Porretta Terme presenta N-Ego, il nuovo lungometraggio di Eleonora Danco, in gara per il Premio Nazionale Elio Petri. L’opera, che ha partecipato alla 42ª edizione del Torino Film Festival, è ora in tour nei cinema italiani.

L’esordio teatrale

Eleonora Danco nasce a Roma il 23 dicembre 1962.

Il suo percorso artistico inizia a teatro nel 1998, come produttrice, autrice e interprete dello spettacolo Ragazze al muro. Il testo, una tragicommedia che vede come protagoniste due ragazze romane, resta ancora oggi attuale. La scenografia minimalista – due barili, rifiuti sparsi a terra, fari di macchine che illuminano ogni tanto la scena – rappresenta una fermata d’autobus di periferia. Le protagoniste, Sonia e Maria, aspettano il bus, in un’attesa che quasi ricorda Waiting for Godot di Samuel Beckett. Attraverso una scrittura moderna ed espressiva (le protagoniste parlano in slang romano) lo spettacolo tratta tematiche come la crisi adolescenziale, la solitudine, la violenza e l’amicizia.

Qualche anno dopo, nel 2000, Danco mette in scena un nuovo spettacolo, Nessuno ci guarda, che vince il festival di Casalbuttano. Il testo, un atto unico, narra di una donna che una mattina si sveglia e ricorda la sua infanzia. Danco utilizza il proprio corpo nei modi più svariati, per rappresentare diversi stati d’animo, impulsi, emozioni. L’infanzia e la vita adulta si intrecciano sul palco, attraverso le parole e i movimenti della donna, in un’opera che prende ispirazione  dagli schizzi di colore caratteristici della pittura di Jackson Pollock.

In generale il teatro di Danco è un’arte di grande effetto, che attraverso l’utilizzo del dramma e allo stesso tempo della comicità si pronuncia su temi forti e profondi. Un’arte fisica, che utilizza il potere espressivo del corpo umano, in ogni sua forma.

Dal teatro al cinema: N-Capace

Questa attenzione alle emozioni e agli stati d’animo si ritrova anche nel suo primo lungometraggio, N-Capace, che viene presentato alla 32ª edizione del Torino Film Festival, nel 2014.

Il film, diretto e interpretato da Danco, è un documentario che racconta la storia della regista e attrice. Ripercorrendo i luoghi della propria infanzia, la donna cerca di risolvere il conflitto con il padre, dopo la scomparsa della madre. È un viaggio per il nostro Paese, che esplora l’adolescenza e la vecchiaia. La regista, vestita sempre di bianco, pone domande a ragazzini e anziani, spaziando dagli argomenti più frivoli, come il primo bacio, ad argomenti più seri e profondi, come la morte e la vita nell’aldilà.

La matrice teatrale all’interno del film è particolarmente evidente, soprattutto nei posti che la regista sceglie per le interviste: luoghi insoliti, lontani dal modello cinematografico, che sembrano quasi avvicinarsi di più allo stile delle scenografie teatrali. Inoltre, le interviste sono intervallate da inquadrature ben costruite, in cui persone e oggetti vengono disposti come in un quadro, a creare un’immagine precisa e accurata.

Un film che racconta le differenze e allo stesso tempo le somiglianze tra i due estremi anagrafici della popolazione italiana, e quanto passato e presente siano più intrecciati di quanto potremmo sospettare.

Con N-Capace, Danco viene candidata al David di Donatello per il miglior regista esordiente, al Nastro d’argento per il miglior regista esordiente e al Globo d’oro per la miglior opera prima. Inoltre riceve due menzioni speciali della giuria per miglior film e miglior cast d’insieme al Torino Film Festival, il Ciak d’oro “Bello & invisibile” e il premio Film della critica marzo 2015 del Sindacato critici cinematografici italiani.

L’ultima opera cinematografica: N-Ego

Anche in questo caso la regista decide di raccontare una storia collettiva, più vite e punti di vista che si intrecciano in un viaggio emotivo profondo. Danco, anche qui presente come interprete, indossa un impermeabile rosso, una cartuccera di sonniferi sul petto e una calza sul viso, che la rende simile ai manichini dei quadri di De Chirico. È interessante notare come spesso l’ispirazione le arrivi da artisti o opere d’arte (come per lo spettacolo teatrale Nessuno ci guarda). Il suo personaggio, che vuole rappresentare la crisi esistenziale dell’età adulta, si aggira tra paesaggi romani, alla ricerca di individui con cui confrontarsi sulla vita.

Grazie alla sua regia ricercata e alle note drammatiche e allo stesso tempo divertenti, N-Ego coinvolge lo spettatore in maniera profonda, portandolo a immedesimarsi nei vari personaggi che man mano conosce, riflettendo su se stesso, sulla vita e sul mondo che lo circonda.

Un’estetica originale

Che sia un’opera teatrale o cinematografica, l’obiettivo di Eleonora Danco è sempre quello di rappresentare forti emozioni, le verità più profonde di se stessa e in generale dell’essere umano. La sua non è una semplice regia o interpretazione: spazia nel mondo estetico alla ricerca di ispirazioni e modelli originali. Ed è questo che la rende una degli artisti più sperimentali del nostro tempo.

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