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‘2 cuori e 2 capanne’: intervista a Edoardo Leo

Edoardo Leo e la sfida di interpretare un personaggio lontano da sé

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Dopo la straordinaria interpretazione in Per Te, Edoardo Leo torna sul grande schermo con 2 cuori e 2 capanne accanto a Claudia Pandolfi, nel nuovo film di Massimiliano Bruno.
La pellicola, distribuita da Vision Distribution, uscirà nelle sale italiane il 22 gennaio 2026, dopo l’anteprima ad Alice nella Città, sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma.

Attore, sceneggiatore e regista tra i più apprezzati del cinema italiano, Leo conferma ancora una volta la sua versatilità nel passare con naturalezza dalla commedia alla riflessione più intima. In questo film interpreta un personaggio immerso nelle contraddizioni del nostro tempo, dove sentimenti, ideali e differenze di visione si intrecciano in un racconto dal tono ironico ma estremamente profondo.

Una commedia originale e coinvolgente 

2 cuori e 2 capanne è una commedia sentimentale che esplora con leggerezza e profondità il confronto tra due persone molto diverse, costrette a fare i conti con se stesse e con la società che le circonda.

Massimiliano Bruno firma un film che affronta con finezza narrativa e sguardo contemporaneo temi centrali del nostro tempo. La pellicola si presenta come una commedia attuale e sensibile, che racconta le dinamiche della società e le relazioni affettive, dove le differenze diventano occasione di crescita e l’amore si rivela una forza in grado di resistere nel tempo e di superare le distanze ideologiche.

Edoardo Leo e Claudia Pandolfi in una scena del film

Una nuova interessante sfida attoriale 

Nel ruolo di protagonista, Edoardo Leo regala un’interpretazione equilibrata e profonda, capace di fondere ironia, misura e sensibilità emotiva. Il film rinnova il sodalizio artistico tra l’attore e Massimiliano Bruno, una collaborazione che nel tempo ha saputo raccontare con intelligenza e autenticità le sfumature della vita quotidiana e le contraddizioni della società.

Abbiamo incontrato l’attore in occasione della presentazione di 2 cuori e 2 capanne per parlare di questa nuova sfida attoriale.

2 cuori e 2 capanne mette in scena due persone molto diverse che cercano di restare una coppia. Cosa ti ha colpito di più di questa storia quando hai letto la sceneggiatura?

Mi ha colpito la mancanza di retorica. Sarebbe stato semplice e semplificativo mettere in scena due isole, bloccate nelle loro posizioni: retrogradi da una parte ed eccessivamente libertine dall’altra. Invece mi ha sorpreso come il film riesca a raccontare che ci si può venire incontro senza snaturarsi. Valerio e Alessandra non sono personaggi che si snaturano o si allontanano completamente dalle proprie posizioni; mantengono i loro valori, ma cercano di trovare e costruire un ponte dove incontrarsi, proprio ciò che dovremmo fare in ogni ambito.

Valerio e Alessandra hanno visioni del mondo molto diverse, eppure il film mostra che l’amore può resistere a queste differenze. Quanto è stato stimolante per te interpretare questo personaggio così sfaccettato?

Io sono molto diverso da Valerio, per educazione, formazione e idee, però sta proprio lì il divertimento attoriale: nel fare qualcosa che è proprio diverso rispetto a te e cercare di crederci, perché i personaggi poi non li devi giudicare, sennò gli fai male. Io sono entrato in questo personaggio cercando realmente dove Valerio avesse ragione su alcune cose, quindi è stata una sfida attoriale molto interessante, che ho fatto con una compagna di lavoro strepitosa. Claudia è un vulcano di idee, di ascolto, e tutto questo sotto la direzione di uno dei miei migliori amici. Io e Massimiliano ci conosciamo da trent’anni e abbiamo iniziato condividendo i piccoli teatrini, e adesso ci troviamo a giocare in questo campionato qui, che è bellissimo e molto stimolante.

Con Massimiliano Bruno collabori da anni. Cosa apprezzi di più del suo modo di raccontare le persone e le relazioni?

Massimiliano ha una capacità di saper leggere il momento storico della nostra società, con uno sguardo così dissacrante, che è la sua cifra, e che ha dimostrato in altri film. Quel coraggio dissacrante e un po’ feroce, secondo me, è la cosa che più lo contraddistingue: mi fa pensare che lui sta proprio dentro alla commedia italiana.

Nel film si parla di sportello psicologico e di educazione alla sessualità. Quanto credi sia importante che il cinema porti questi temi al centro del dibattito?

Questa è una domanda che ci saremmo dovuti porre molto tempo prima, purtroppo. Se nel 2025 ancora stiamo parlando dell’importanza di avere uno sportello psicologico, vuol dire che non c’è non solo nessun tipo di lungimiranza, ma nemmeno la rilettura di quello che sta accadendo in questo paese e non solo nel nostro paese, ma in generale anche a livello mondiale. Non solo è necessario avere nelle scuole gli sportelli d’ascolto e l’educazione alla sessualità, ma dovrebbe essere obbligatorio.

Cosa ti auguri che il pubblico percepisca dopo aver visto questo film?

Che si può cambiare idea e non si è meno virili se si cambia idea. A volte poter dire “ho cambiato idea” è molto interessante e che la mia diffidenza per quelli che dicono “io sono fatto così” permane però mi auguro veramente che qualcuno possa riconoscersi in uno dei due personaggi e capire che c’è un lavoro da fare per incontrarsi e capirsi.

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