Festival di Roma

Valerio Jalongo racconta ‘Wider than the sky’, un viaggio nell’AI

Un nuovo strumento per l’intera umanità

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Valerio Jalongo presenta la sua ultima fatica cinematografica, Wider than the sky, alla 20esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Una produzione Aura Film, in coproduzione con RSI Radiotelevisione Svizzera, Ameuropa International, con Rai Cinema, prossimamente nelle sale con Wanted Cinema.

Un viaggio tra misticismo e scienza che preannuncia un futuro già presente.

Wider than sky: l’intelligenza artificiale e gli uomini

Cosa hanno in comune la compagnia di danza contemporanea di Sasha Waltz e i robot controllati dall’intelligenza artificiale dell’ETH di Zurigo? Apparentemente nulla. Ma, osservando più da vicino, scopriamo come gli scienziati “addestrano” i loro algoritmi tramite migliaia di robot virtuali che imparano per tentativi ed errori, proprio come i danzatori. O come gli scienziati dello Human Brain Project, impegnati a creare la prima mappa completa del cervello umano, grazie a un’intelligenza artificiale ispirata… al cervello stesso. [sinossi ufficiale]

Il misticismo della scienza

“Il cervello è più grande del cielo, perché, se li metti fianco a fianco, l’uno conterrà l’altro, con facilità, più te accanto”.

Si ha la convinzione che tutto ciò che riguarda la tecnologia sia una questione squisitamente razionale, fatta di numeri, formule matematiche e logaritmi, nulla di più sbagliato. Già Albert Einstein, con le teorie sulla relatività, ci svela il lato mistico della legge della fisica, numeri dietro i quali, secondo il Premio Nobel 1921, è percepibile il volere divino. Un Dio, quello del celebre fisico tedesco, che regola le meravigliose regole su cui poggia l’intero Universo, con tutti i suoi interrogativi.

Lo stesso misticismo lo ritroviamo in Wider than the sky, scritto e diretto da Valerio Jalongo (L’acqua, l’insegna la sete) che accompagna lo spettatore in un viaggio simbolico, fino a un certo punto, alla scoperta dell’intelligenza artificiale.

Un neonato che cresce velocemente

È un’indagine senza confini politici e geografici realizzato in collaborazione con la comunità scientifica europea dello Human Brain Project e la compagnia di danza Sasha Waltz & Guests. Protagonisti del film sono pensatori e innovatori di fama mondiale, tra cui Antonio Damasio, Andrea Moro, Rob Reich, Refik Anadol, Hany Farid, Rainer Goebel, Sasha Waltz, Sougwen Chung, e i robot Anymal e Ameca che mostrano i punti di contatto tra ricerca neuroscientifica, arti performative e robotica avanzata. I vari interventi che si susseguono nel film vanno a formare un proficuo dibattito sul tema dell’intelligenza artificiale, che il regista preferisce definire intelligenza collettiva:

“Questa nuova intelligenza nascente, che può essere paragonata a un neonato che cresce velocemente, ha in sé tutto quello che gli umani hanno creato: cultura, scienza, arte… “

Questo immenso patrimonio di conoscenza, messo insieme in una nuova tecnologia, rappresenta una vera rivoluzione, un tentativo scientifico e culturale che si pone l’obiettivo di rispondere ai misteri della vita. È in questo senso che il film di Valerio Jalongo imbocca la strada del misticismo. Una voce narrante, a tutti gli effetti una guida al viaggio, si pone delle domande, addentrandosi in questioni di natura metafisica. Ma questa voce, apparentemente umana, appartiene a un robot, è l’intelligenza artificiale a parlare.

La macchina, sollecitata da domande del suo inventore, si presta a sperimentare l’esistenza. Input elettronici, codici numerici da 1 a 0 danno vita a un’esperienza non umana, ma che da essa prende forma.

La necessità di un regolamento per l’intelligenza artificiale

La stessa voce dichiara di essere stata concepita sul modello del cervello umano. Questo però è mappato dalla scienza solo in una piccola percentuale, il resto è un mistero senza risposte. E su questo mistero è stata plasmata l’intelligenza artificiale, che si mette alla ricerca di una risposta per svelare cosa ci renda umani e ci salvi da un cammino distruttivo.

“Chissà se un giorno potrò dominare l’uomo e la natura.”

Una domanda che oggi è molto ricorrente quando si parla di intelligenza artificiale, e a cui Wider than the sky non può dare una risposta. Può, però, e lo fa in maniera dettagliata, sottolineare lo straordinario potenziale di questa neonata tecnologia, mostrando i più disparati utilizzi. Un processo scientifico rivoluzionario che chiama in causa ogni essere umano e ogni attività antropica, dalla scienza all’arte.

“È ovvio: esistono elementi di pericolo che non vanno ignorati. Per questo l’intelligenza artificiale non può essere lasciata al libero mercato, è necessario un controllo pubblico che detta delle regole. Occorre un riconoscimento della sua natura collettiva che impedisca una forma di profitto, permettendo il suo utilizzo a tutti e non solo ai ricchi e privilegiati”.

Valerio Jalongo: contro ogni uso bellicoso

Valerio Jalongo condanna assolutamente l’uso di questa preziosa tecnologia per usi bellici e per tutte quelle forme di dominazioni dell’uomo sull’uomo. Lo fa ricordando fatti di strettissima attualità, come le atrocità avvenute negli ultimi mesi nella striscia di Gaza, dove l’esercito d’Israele ha utilizzato in diverse occasioni l’intelligenza artificiale uccidendo donne e bambini, con il pretesto di eliminare componenti di Hamas.

Un pericolo, quello dell’uso negativo dell’intelligenza artificiale, molto concreto. Essa infatti è formata, continuando a evolversi, dalla ricchezza del genio umano, ma comprende anche i sui aspetti più spregevoli. È per questo che Jalongo insiste sul fatto di dettare delle regole. Lo fa cintando l’esempio di Geoffrey Hinton, Premio Nobel per la Fisica 2024, considerato tra i padri dell’intelligenza artificiale, che si è dimesso dalla Microsoft per esprimersi liberamente sull’argomento, e invocando un regolamento.

Il cinema ai tempi dell’intelligenza artificiale

Wider than the sky è un contributo pregiato sull’argomento, attualissimo in tutto il mondo. Un dibattito che, secondo il regista del film, deve necessariamente crescere di livello. Deve raggiungere e coinvolgere chiunque, come i giovani che nelle ultime settimane hanno riempito le piazze di tutte le città del mondo per condannare ogni forma di violenza.

Solo così i pericoli dell’avvento dell’intelligenza artificiale potranno essere annientati. Pericoli che, come viene raccontato nel film, potrebbero colpire anche il regime democratico, ritenuto inadatto in questa fase del capitalismo e sostituito con una specie di teocrazia illuminata, composta da una nuova aristocrazia. Se ben regolamentata, invece, questa tecnologia può diventare uno strumento rivoluzionario per il bene dell’umanità.

Il discorso, ovviamente, coinvolge anche il mondo del cinema, dove sempre più spesso si fa uso di questo strumento. A tal proposito, Valerio Jalongo ha scritto un manifesto intitolato Il cinema ai tempi dell’Intelligenza artificiale.

“Il cinema sarà profondamente rivoluzionato, ma ritengo che lo sia nel senso positivo. Tutti potranno fare cinema e sarà un cinema sempre più stimolante. Non dobbiamo preoccuparci della scomparsa di alcune professioni di settore, queste verranno sicuramente modificate, ma la presenza umana sarà sempre determinante per la produzione di un lavoro di qualità”.

Leggi anche L’Intelligenza Artificiale nel cinema: una vera rivoluzione – Taxidrivers.it

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