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Lowland Kids

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Lowland Kids offre uno sguardo toccante su una comunità che sta vivendo sulla linea del fronte del cambiamento climatico. In particolare, la storia segue le vite dei due adolescenti – Howard e Juliette – che sono tra gli ultimi giovani che vivono ancora sull’Isola di Jean Charles, in Louisiana, terra natale della loro famiglia, una terra che lentamente sta scomparendo sotto l’acqua.

Il documentario descrive non solo l’erosione fisica del territorio, ma anche l’erosione simbolica di ciò che significa casa, identità, comunità. Infatti, mentre lo Stato statunitense propone un progetto di rilocalizzazione per l’intera comunità – il primo grande tentativo federale di questo tipo – Sandra Winther mette a fuoco l’impatto umano, emotivo e sociale: le difficoltà, le paure, le speranze, ma anche la resistenza.

Approccio visivo ed estetico

La fotografia è uno dei punti di forza del film. Paesaggi mozzafiato, riprese con droni, scenari naturali in degradazione, case che resistono all’acqua sempre più vicina: tutto questo contribuisce a creare un contrasto fra ciò che è stato e ciò che sta diventando.

Inoltre, la regia non scade mai nel melodramma forzato: la delicatezza con cui vengono mostrati i visi, le giornate quotidiane, il lento cambiamento atmosferico ed ecologico, conferisce autenticità. Le immagini non sono soltanto testimonianza, ma poesia triste, che rende visibile l’invisibile della catastrofe climatica.

Il punto di vista dei personaggi

Un altro elemento cruciale è che Lowland Kids non si limita a mostrare il paesaggio che cambia, ma mette al centro le persone – in particolare i giovani. La crescita personale, la perdita dell’innocenza, le scelte che devono fare – restare o lasciare, continuare a sognare o affrontare la durezza della realtà – sono temi forti che attraversano tutto il film.

Questa attenzione ai dettagli umani impedisce al film di diventare un semplice documento sui cambiamenti climatici: diventa invece un racconto di vita, di radici, di identità che vacillano ma che resistono.

Cambiamento climatico, innanzitutto

Il tema centrale è chiaro: il clima non è un concetto astratto ma una realtà concreta che invade ogni aspetto della vita quotidiana. Il lento innalzamento delle acque che minaccia l’esistenza stessa dell’isola è il punto di partenza, ma ben presto diventa la lente con cui osservare la fragilità del rapporto tra l’uomo e la natura.

Identità, casa, tempeste emotive

Per Howard e Juliette “casa” significa non solo il luogo fisico ma anche la storia familiare, la memoria, il senso di appartenenza. Quando la casa diventa qualcosa che si perde, ciò che si perde è molto di più del suolo sotto i piedi. Questa dimensione dell’identità è un filo rosso che attraversa il documentario.

Inoltre, cresce la riflessione su cosa significa crescere in un contesto che impone decisioni pesanti molto presto: l’adolescenza viene a contatto con la fine, la migrazione, l’abbandono. In tal senso Lowland Kids si trasforma anche in un film di formazione (coming-of-age), sebbene diverso dai classici.

Relocalizzazione, responsabilità e politica

Il progetto statale di rilocalizzazione della comunità è un elemento che introduce la dimensione politica e sociale: non solo la gestione della crisi climatica, ma chi decide, come, quando, a chi tocca. Il film non prende posizione propagandistica, tuttavia solleva questioni importanti: responsabilità governative, diritti delle popolazioni indigene, giustizia climatica.

Importante è che non sia solo la critica: Lowland Kids fa vedere anche la resistenza, la forza di restare, la volontà di continuare a raccontare, a sognare, nonostante l’irreversibilità di certi cambiamenti.

Punti di forza

  1. Empatia e personaggi reali: la scelta di concentrarsi su due adolescenti – e tramite loro sulla comunità – rende il film molto umano. Non distanzia lo spettatore, lo coinvolge emotivamente.

  2. Estetica evocativa: le immagini sono potenti, il paesaggio è bello e tragico allo stesso tempo. Questo contrasto è sfruttato bene, specialmente con l’uso del drone, della luce naturale.

  3. Narrazione equilibrata: non c’è sovrabbondanza di dati scientifici né retorica aggressiva; il film crea un equilibrio fra documentazione, testimonianza e riflessione personale.

  4. Attualità e urgenza: il film parla di un problema che non è lontano, ma molto vicino: la crisi climatica, la migrazione dovuta al cambiamento del territorio, la perdita di identità culturale e fisica.

Criticità e aspetti meno riusciti

Nonostante i molti meriti, Lowland Kids presenta anche qualche limite:

  • Ritmo: alcuni passaggi si sentono un po’ lenti, ripetitivi. Per uno spettatore abituato a un montaggio più serrato, ci sono sequenze che indugiano su paesaggi o attimi quotidiani in maniera prolissa.

  • Prospettiva limitata: il documentario si concentra molto su Howard, Juliette, la loro famiglia, ma avrebbe potuto esplorare di più altri punti di vista: quelli delle istituzioni, degli scienziati, delle autorità locali. Questo avrebbe dato un quadro più completo (e forse più sfaccettato) della problematica della rilocalizzazione. Alcune recensioni sottolineano che questo aspetto, seppure comprensibile vista la scelta narrativa, è mancato.

  • Resa emotiva intensa ma a volte in ombra: pur evitando patetismi, talvolta l’impatto emotivo rimane sotto la soglia del pieno coinvolgimento; alcune scene che avrebbero potuto essere cupamente forti restano suggerite più che esplorate fino in fondo.

Impatto emotivo e messaggio

In definitiva, Lowland Kids colpisce per la sua capacità di mettere volti sul cambiamento climatico. Mentre molti film su questo tema possono sembrare astratti o focalizzati su numeri, formule o proiezioni, qui si tratta di perdita concreta, una perdita che scava nella memoria, nella casa, negli affetti.

Il film invita lo spettatore non solo a guardare, ma a riflettere: cosa significa restare, cosa significa lasciare, cosa comporta scegliere un nuovo luogo da chiamare casa. In più, pone una domanda implicita: quali sono le nostre responsabilità, individuali e collettive, di fronte a una crisi che non è futura, ma presente.

In conclusione

Lowland Kids è un documentario che non si accontenta di mostrare, ma coinvolge, scuote, tocca. È un’opera che resta con lo spettatore, che lascia domande, immagini che non si dimenticano, immagini che feriscono perché mostrano un futuro possibile o in corso.

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