Mr. Nobody against Putin di David Borenstein (Dream Empire, 2016) e Pavel Talankin è il documentario vincitore del Premio del Pubblico al Biografilm: il ritratto travolgente di un insegnante democratico in una terra afflitta dalla propaganda e dalla guerra.
Seguiamo Pasha nel suo viaggio di dissesto pedagogico, all’interno di un istituto scolastico in Russia dove la macchina della propaganda sottrae l’infanzia ai bambini, a cui non resta che… marciare.
‘Mr. Nobody against Putin’ di David Borenstein e Pavel Talankin – foto di Pavel Talankin – materiale stampa fornito da Made in Copenaghen
Mr. Nobody against Putin, ma il Signor Nessuno ha un nome e un volto
Pavel Talankin, Pasha, è un insegnante che lavora come organizzatore di eventi e operatore video per la sua scuola (quella di Karabash, una cittadina di 10.000 anime) e con i suoi studenti. È uno di quegli insegnanti con cui i ragazzi amano parlare e per il quale la relazione umana viene prima della trasmissione di conoscenze.
Nell’autunno 2022, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, il governo Russo impone al sistema scolastico nazionale l’inserimento di una serie di lezioni obbligatorie che hanno come fine quello di formare le nuove generazioni in senso patriottico, chiamate Important Conversations.
Da quel momento, le scuole vengono ingabbiate in un sistema di propaganda claustrofobico, che allontana sempre più i ragazzi dalle regolari lezioni. Lo stesso Pasha è costretto a confrontarsi con l’evidente degenerare della situazione e decide pertanto di prendere posizione. Tutto quel materiale che sta filmando, che dovrebbe supportare il sistema che gli è stato imposto, troverà invece forma in Mr. Nobody against Putin, al cui centro non c’è solo la macchina del potere russo, ma anche la battaglia di un democratico e outsider di fronte all’annichilimento del suo mondo.
A story about what we do or what Pasha does when the world you love is closing in, and what’s like to living in that world. [David Borenstein]
Smuggling the footage out of the country
La collaborazione tra Pasha e il regista David Borenstein è una parte fondamentale della costruzione di questo film. I due entrano in contatto tramite un collega russo, e si accordano per raccogliere il materiale che Pasha sta girando liberamente all’interno della scuola. Borenstein si trova invece a Copenaghen ed è da lì che lavora sul montaggio del film. Via via che visiona il girato, si rende conto sempre di più che la storia necessita di ruotare proprio attorno al personaggio di Pasha che si ritrova ad affrontare questo momento chiave. Mr. Nobody against Putin è la storia del conflitto tra questo uomo e il sistema e la motivazione che muove Pasha è svelare al mondo come la “macchina Putin” stia soffocando i sogni di una nuova intera generazione.
Pasha è rimasto quasi del tutto solo per i due anni di durata del progetto, eccetto per l’operatore che lo supportava e che lo stesso è riuscito ad introdurre nella scuola in qualità di suo aiutante, e non ha potuto confidare a nessuno cosa stava facendo.
No one knew about this project. I was collaborating with foreigners, and this is forbidden in Russia. Controlling myself throughout the project was the trickiest part. [Pavel Talankin]
Pasha in ‘Mr. Nobody against Putin’ di David Borenstein e Pavel Talankin – foto di Pavel Talankin – materiale stampa fornito da Made in Copenaghen
Si ride e ci si dispera
Mr. Nobody against Putin ci prende in contropiede: è la narrazione della commedia amara, quella che nasconde le lacrime dietro a riprese scanzonate e colorate. I piani di lettura sono molteplici e quello che si vede evolvere più di qualsiasi altra cosa, è lo sguardo dei bambini: l’infanzia si perde inghiottita da un’ombra, e quegli occhi un tempo spensierati, ora si spengono. La centralità di Pasha aumenta, mentre l’uomo tenta di resistere all’influenza del sistema, combattendo a livello professionale e intimo, nel tentativo di mantenere la sua coerenza e la sua rettitudine. Assiste impietrito a questo inasprirsi della propaganda e alla conseguente perdita della libertà, allo svuotamento del suo ufficio, un tempo rifugio sicuro, adesso luogo minaccioso per i suoi ragazzi, mentre lavora, dietro le quinte, per rendere questa condizione pubblica.
Il patriottismo
L’obiettivo di Pavel Talankin è quello di dimostrare che l’amore per il proprio paese non nasce da teatrini patriottici e visioni coercitive, ma dalla relazione sincera con la terra e con le persone. Il patriottismo va oltre il simbolo e l’ideologia e si trova nella sincera relazione con la terra e con le persone.
L’occhio di un italiano consapevole ci rivedrà i Balilla, e in questo c’è la amara consapevolezza di quanto la rotta sia difficile da invertire. Quei giovani che imparano a lanciare granate invece di calciare un pallone porteranno con sé, da adulti, quel bisogno artificiale e impellente di odio.