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Tra il distopico e la realtà: ‘Milano 2112’

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Una Milano così appare estremamente distante dalla realtà a cui siamo abituati, eppure quella rappresentata in Milano 2112 è forse la realtà più reale che poteva essere mostrata. In concorso a Visioni dal Mondo il cortometraggio di Viola Lazzari colpisce proprio come il Sole da lei rappresentato.

Milano 2112: quello che non deve accadere

L’argomento del cambiamento climatico, in un’epoca dove tutte le notizie passano di moda nel giro di qualche settimana, è rimasto ben vivo nella mente di coloro che si vedono privati del futuro proprio da quest’ultimo. In questo cortometraggio il problema appare come provenire dall’esterno: il Sole, amico dell’umanità sin dalla sua nascita, si è rivoltato aumentando le temperature e le radiazioni che emette. Ormai risulta impossibile per gli esseri umani uscire di casa nelle ore diurne. La vita è cambiata completamente, quasi come se ormai si vivesse al contrario: giorno e notte si sono ribaltati.

Città deserte, dove la natura prova a prendere il sopravvento, è tutto quello che si può vedere alla luce del Sole. Eppure queste sono città deserte solo all’apparenza perché chi non poteva permettersi abitazione diversa continua a vivere in superficie, sperando che delle persiane chiuse possano bastare a sopravvivere in quelle giornate roventi. Al contempo, chi ne ha avuto la possibilità si è costruito e comprato dei bunker sotterranei, scambiando una respirazione e una salute fisica migliore con una salute mentale a rischio.

Una vita di ricordi, speranze e rimorsi

Un inizio, quello di Milano 2112 che sembra riportarci ad un passato cinematografico, ingannando l’occhio dello spettatore che al contrario si ritrova catapultato in quello che è a tutti gli effetti un futuro distopico, a tratti quasi post apocalittico. Ma di che apocalisse si tratta? Di quella climatica, ambientale, che le nuove generazioni ad oggi continuano ad impegnarsi per evitare.

All’interno di questo cortometraggio, visibili a Visioni dal Mondo, Viola Lazzari racconta una Milano diversa, una città che ha abbandonato la vita frenetica e che non può più uscire dall’ombra sicura custodita sotto il proprio tetto di casa. Una reclusione forzata, senza sbarre alle finestre o guardie a controllarti, ma persiane chiuse e un Sole che non fa altro che rendere impossibile la vita sotto di sé. I ricordi, quelli scambiati tra Linda e Aurora, degli ultimi momenti nei quali ci si è potuti godere il calore e la luce in prati fioriti. Sorrisi nostalgici che mostrano tuttavia il rimorso di non essere riusciti a trovare una soluzione per evitare l’inevitabile.

Tra immagini di finzione, interviste e un’atmosfera fatta di infelicità e malinconia appare chiaro come la disparità economica sia un tema fondamentale alla base di Milano 2112. Chi non si può permettere un bunker dove vivere è costretto a rimanere nelle proprie abitazioni in superficie, con il rischio di non sopravvivere. Ma l’altra faccia della medaglia la racconta Cosimo: nonostante gli agi di un bunker, la protezione che garantisce e l’alimentazione a tratti perfetta deve fare i conti con la sua salute mentale. Problemi psicologici, allucinazioni, solitudine sono solo parte di ciò che si ritrova ad affrontare, da solo, in quel suo guscio protettivo che chiama casa.

Milano 2112: il futuro è già oggi

L’atmosfera degli interni, che siano in superficie o nei bunker, è essenziale, a tratti asettica dove i colori cianotici rappresentano un netto contrasto con quelli caldi e soffocanti degli esterni. Il deserto ha preso il posto di tutto quanto, facendo sparire la natura. In questo ambiente di irrequietezza e inquietudine però c’è ancora la speranza e la voglia di cambiamento che caratterizzano le nuove generazioni, in questo futuro come oggi. La continua ricerca di soluzioni possibili, reali, per avere un futuro migliore della realtà che stanno vivendo. Le domande, sul come si sia arrivati a tanto, fanno riflettere anche lo spettatore che si ritrova quindi a chiedersi se, con un po’ di impegno, si possa fare qualcosa per evitare di arrivare a ciò che mostra Milano 2112.

Questo è un documentario che cerca di aprire gli occhi su quello che potrebbe essere, e a tratti già è, il futuro dell’umanità e del Pianeta.

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