Sentiero Film Factory

‘Per finta’, dai bambini si può imparare

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All’interno della ricca rassegna del Sentiero Film Factory, Festival Internazionale di cinema nel cuore di Firenze dedicato ai giovani talenti, il territorio e le imprese locali, spunta un cortometraggio che ha la forza di parlarti senza che tu te ne accorga.

Per finta di Diego Fossati è un lavoro delicato, una fragile scatola in cui sono racchiusi suoni, immagini, contrasti. Una scatola che fatichi ad aprire. Non tanto per la difficoltà di trovare gli ingranaggi giusti, ma per paura di apprendere delle risposte che vorresti rimanessero nascoste. Perché dentro quei diciassette minuti senti che piano piano, un secondo alla volta, lo scricchiolio del riflesso del nostro mondo sembra sgretolarsi. E allora vorresti distogliere lo sguardo, cercare di immaginare che sia tutto – per l’appunto – finto. Ma la realtà è un’altra e anche loro, i bambini, sembrano averlo capito.

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Cinque bambini in cerca di un copione

Un gruppo di bambini gioca senza adulti intorno, mettendo in scena piccoli spettacoli di vita quotidiana. Ma i ruoli che assumono sono quelli di un mondo duro, violento e crudele. Il gioco, che dovrebbe essere innocente, diventa specchio della società che li educa. Così, fingendo, i bambini rivelano le ombre del nostro mondo adulto.

Per finta, la realtà attraverso occhi innocenti

“Secondo te quando finirà la terra?”

“Spero mai.”

Fin dalle prime inquadrature si può notare come sia limpido l’obiettivo del regista Diego Fossati. Costruire un ponte che faccia da tramite. Un passaggio tra ciò che vediamo e ciò che viene percepito.
Vengono rappresentate tre scene, in tre contesti diversi. In ognuno di essi i bambini sono protagonisti. Giocano, litigano, mimano e parlano. Da soli, indisturbati.

Ed è all’interno di questa struttura apparentemente semplice che si registrano azioni capaci di arrivare dritto al punto delle questioni. Bambini-attori che mettono in scena rapporti di potere. Che attraverso le parole colpiscono dolorosamente nell’animo dell’interlocutore.

 

Chi assiste a tutto questo?

Una violenza silenziosa ma potente. Scalfisce, penetra e si annida. Rimanendo e marcando il futuro.

E questo sotto gli occhi di nessuno, senza le raccomandazioni di nessuno. Avviene un cortocircuito. Un riflesso di come il mondo, l’esperienza e la vita stiano tracciando come specchio l’esistenze e la crescita dei più piccoli.

Siamo noi, ma loro fanno solo finta…

Tagliente e penetrante. Un manifesto delle conseguenze.

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