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Dieci personaggi che hanno riscritto i canoni del cinema fantastico
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Debora LaiFin dagli albori del cinema si è cercato di dare forma visiva a quei fenomeni magici e soprannaturali che costituiscono le fondamenta del genere fantasy. Non è difficile rintracciarne le radici nelle opere di Georges Méliès – primo grande animatore della storia del cinema e padre degli effetti speciali – senza dimenticare l’influenza determinante della letteratura: quella europea, per la deriva dark ispirata ai romanzi gotici come Dracula e Frankenstein; e quella statunitense, per il contributo sostanziale alla fantascienza, sulla scia di autori come H. G. Wells (La guerra dei mondi) e Jules Verne.
Con tutte le contaminazioni del caso, e nonostante le accuse ricorrenti di distogliere lo spettatore dalla realtà, il genere fantasy ha saputo accogliere il presente e i suoi temi di attualità, trasformando storie apparentemente ordinarie in allegorie fantastiche, capaci di proiettare il quotidiano in mondi immaginari.
Ecco dunque dieci tra i personaggi più influenti del cinema fantastico, riconoscibili anche a chi non ha visto i film, e che hanno ridefinito il modo di rappresentare vampiri, streghe e prestigiatori, guerrieri e altre creature leggendarie:
Conte Orlok – Nosferatu il vampiro (1922)
Nosferatu il vampiro (1922)
Il film, “libero” adattamento del romanzo Dracula di Bram Stoker, diretto da Friedrich Wilhelm Murnau, fu realizzato senza aver ottenuto i diritti sull’opera originale. Ciò portò a una causa legale che impose la distruzione di molte copie del film e causò la bancarotta della casa di produzione Prana-Film. Tra le leggende sviluppate attorno al personaggio di Nosferatu, una sostiene che sotto il trucco del Conte Orlok non si celasse l’attore Max Schreck, ma lo stesso Murnau. Curiosa è anche la coincidenza che riguarda il nome dell’attore: “Max Schreck” in tedesco significa “Massimo Spavento”.
La Malvagia Strega dell’Ovest – Il mago di Oz (1939)
Il mago di Oz (1939)
Dall’adattamento del romanzo Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum, diretto da Victor Fleming, nasce una riscrittura dei canoni estetici della strega malvagia, grazie anche all’interpretazione di Margaret Hamilton. Durante una scena con effetti pirotecnici, l’attrice subì gravi ustioni e fu costretta a stare lontana dal set per sei settimane.
Willy Wonka – Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971)
Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971)
Primo adattamento cinematografico del romanzo del 1964 La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, la scena in cui Gene Wilder finge di zoppicare e poi fa una capriola fu improvvisata dall’attore: “Sapevo che da quel momento in poi il pubblico non avrebbe più saputo se stessi mentendo o dicendo la verità”, disse Wilder. Tuttavia, Dahl non fu convinto dall’interpretazione dell’attore e rimase dell’idea che la sua prima scelta, il comico Spike Milligan, sarebbe stata più adatta per il ruolo.
“Pensava che si desse troppo risalto a Willy Wonka e troppo poco a Charlie”, spiegò Liz Attenborough, membro del consiglio di amministrazione del Roald Dahl Museum and Story Centre nel Buckinghamshire. “Per lui il libro riguardava Charlie”.
Conan – Conan il barbaro (1982)
Conan il barbaro (1982)
Il personaggio, tratto dai racconti di Robert E. Howard, è l’emblema del fantasy “sword & sorcery”. Il film, diretto da John Milius, vede Arnold Schwarzenegger nel ruolo di Conan. Schwarzenegger dovette imparare a maneggiare una spada lunga oltre un metro e pesante più di tre chili, arrivando a fare mille piegamenti al giorno per migliorare resistenza e movimenti. Le riprese delle scene di combattimento causarono più di un taglio accidentale.
Falkor – La storia infinita (1984)
La storia infinita (1984)
Diretto da Wolfgang Petersen, il film è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende. Falkor, il gigantesco Drago della Fortuna che salva Atreiu dalle Paludi della Tristezza, è stato realizzato con un pupazzo animatronico lungo oltre tredici metri e pesante circa due tonnellate. Per animarlo, venticinque tecnici operavano nascosti all’interno della struttura meccanica, rivestita di scaglie di gomma e pelo vero di cane. Oggi il pupazzo è esposto nel Bavaria Filmstadt, a Monaco di Baviera.
Jareth, il re dei Goblin – Labyrinth (1986)
Labyrinth (1986)
Diretto da Jim Henson, creatore dei Muppets, il film vede David Bowie nel ruolo del re dei Goblin. Il giocoliere Michael Moschen è accreditato per aver eseguito le elaborate manipolazioni delle sfere di cristallo di Jareth, con una tecnica ideata per i suoi spettacoli teatrali e oggi nota come contact juggling. Il giocoliere eseguiva queste manipolazioni a occhi chiusi, dietro la schiena di Bowie. Considerato uno dei pionieri della disciplina, Moschen è anche l’inventore delle sfere traslucide per contact juggling, chiamate “crystal”.
Inigo Montoya – La storia fantastica (1987)
La storia fantastica (1987)
Tratto dal romanzo del 1973 La principessa sposa di William Goldman, il film di Rob Reiner si inserisce nel genere fantasy con un approccio più ironico. La frase ricorrente del personaggio: “Hola. Mi nombre es Inigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre. Preparate a morir!”, è pronunciata dall’attore Mandy Patinkin, che ha rivelato di aver riacceso i ricordi del padre morto di cancro mentre interpretava la parte.
Haku – La città incantata (2001)
La città incantata (2001)
Spirito del fiume Kohaku, Haku incarna il concetto di kami, ovvero le divinità venerate nella religione shintoista. Queste presenze divine, come parte del paesaggio naturale, sono un elemento chiave del cinema fantastico di Hayao Miyazaki.
Anche Totoro – simbolo dello Studio Ghibli – è uno spirito della foresta. Nel film, Mei, sorella minore di Satsuki, scambia la pronuncia giapponese del termine “troll” (tororu) con “totoro”: da qui il nome del personaggio. In realtà, la bambina si riferiva alla somiglianza di Totoro con il troll della fiaba norvegese De tre bukkene Bruse.
È un kami anche lo Shishigami, o Dio della Foresta, nel film Principessa Mononoke.
Gollum / Sméagol – Il Signore degli Anelli
Il Signore degli Anelli
Andy Serkis rivoluzionò la recitazione digitale grazie a una combinazione di motion capture, in cui i suoi movimenti venivano convertiti in immagini digitali, e il tradizionale keyframing. La voce gutturale del personaggio nacque mentre Serkis recitava con la gola piena d’acqua per imitare un suono umido e sibilante.
Fauno / Uomo Pallido – Il labirinto del fauno (2006)
Il labirinto del fauno (2006)
Nel film, scritto e diretto da Guillermo del Toro, è memorabile la scena in cui l’Uomo Pallido, seduto davanti a una tavola imbandita, prende i propri occhi da un piatto e li inserisce nelle orbite situate sui palmi delle sue mani. Interpretato da Doug Jones, l’attore ha dovuto recitare interamente in spagnolo, pur non conoscendo la lingua, indossando un costume che pesava oltre venti chili.