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‘Happyend’: la rivolta distopica adolescenziale di Neo Sora 

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A volte il titolo di un film sembra un pio desiderio, ma per Happyend di Neo Sora, il desiderio si è avverato.

Dopo una partecipazione ai festival che ha fatto scalpore e un intoppo nella distribuzione che lo ha quasi tenuto in disparte, questo audace dramma distopico giapponese arriverà finalmente sugli schermi a settembre, grazie a Film Movement.

Da Venezia al Limbo, al grande schermo

Presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 2024, Happyend ha fatto scalpore per il suo nervosismo e le sue sfumature. IndieWire lo ha definito un film imperdibile quando è stato proiettato insieme ai grandi nomi a Londra, Marrakech e New York. Ma quando Metrograph Pictures, il distributore originale del film negli Stati Uniti, ha improvvisamente sospeso le sue operazioni di distribuzione all’inizio di quest’anno, Happyend è rimasto nel limbo.

Per fortuna, i diritti sono tornati a Magnify, l’agente di vendita originale, e ora il film ha trovato la sua nuova legittima casa con Film Movement. A volte la rivoluzione ha bisogno di una seconda vita.

Una Tokyo al neon, uno Stato di sorveglianza

Ambientato in una Tokyo del prossimo futuro sull’orlo della catastrofe, Happyend immagina una città in cui la minaccia di un terremoto devastante è pari solo a un tecno-fascismo strisciante.

Al centro ci sono due irrequieti migliori amici del liceo che organizzano uno scherzo al loro autoritario preside: un atto impulsivo che si ritorce clamorosamente contro di loro quando innesca l’installazione di un sistema di sorveglianza invasivo nella loro scuola.

Quella che inizia come una ribellione adolescenziale si trasforma presto in una lotta per la libertà più ampia e spinosa. Mentre il clima politico si incupisce fuori dalle mura della loro classe, i due amici si ritrovano costretti ad affrontare verità scomode: sul potere, sulla lealtà e l’uno sull’altro. Possono condividere la rabbia giovanile, ma non condividono le stesse risposte.

Una nuova voce, un’eredità pesante

Happyend è il primo lungometraggio narrativo di Neo Sora, un regista che non è estraneo a retaggi o ribellioni. Figlio del defunto Ryuichi Sakamoto, Sora ha catturato gli ultimi anni del padre nel toccante documentario del 2023 Opus. Con Happyend, passa dal documentario intimo all’ambiziosa narrativa sociale, ma lo stesso spirito amorevole e interrogativo rimane.

Con la fotografia di Bill Kirstein (nientemeno che per il patinato revival di Mean Girls dello scorso anno) e una colonna sonora inquietante di Lia Ouyang Rusli (Sorry, Baby), la Tokyo di Sora vibra di un’inquietudine al neon. Il suo film è un sogno ad occhi aperti di sinistra e un incubo allo stesso tempo: un cenno alle promesse tecno-utopiche del passato giapponese e uno sguardo duro alle strutture oppressive che si nascondono sotto quel bagliore.

Prossimamente: Una fine agrodolce, o un inizio

Angoscia adolescenziale, paranoia politica, la flebile speranza che forse un futuro migliore si nasconda ancora sotto le telecamere di sorveglianza: Happyend non è solo l’ennesima storia di formazione. È una sirena d’allarme a lenta combustione, tenera e furiosa in egual misura.

Film Movement distribuirà Happyend in sale selezionate il 12 settembre. Per chiunque sia pronto a vedere i sogni al neon trasformarsi in una rivoluzione, considerate questo un invito. Alcuni finali meritano di essere combattuti.

 

 

 

Fonte: IndieWire

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