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‘Clèo dalle 5 alle 7’: un cult della nouvelle vague francese
Film cardine della Nouvelle Vague
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2 mesi agoon
Cléo dalle 5 alle 7, diretto dalla fotografa, regista e sceneggiatrice belga Agnès Varda, è un film cardine della Nouvelle Vague francese, che si distingue per la sua narrazione in tempo reale e la profonda esplorazione della condizione umana, in particolare della femminilità, della mortalità e della trasformazione personale.
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Cléo dalle 5 alle 7
Il film segue Cléo (Corinne Marchand), una giovane cantante parigina, nell’arco di due ore (dalle 17:00 alle 19:00) mentre attende i risultati di un esame medico che potrebbe confermare una diagnosi di cancro. La narrazione si svolge in tempo reale: una scelta stilistica audace che immerge lo spettatore nell’ansia e nell’incertezza di Cléo. Il film è diviso in capitoli, ciascuno contrassegnato da un orario preciso, che sottolineano il passare del tempo e l’urgenza emotiva della protagonista.
La storia si sviluppa in due fasi distinte: nella prima parte Cléo è egocentrica, ossessionata dalla propria immagine e dalla vanità, rappresentata dal suo ruolo di cantante pop e dalla dipendenza dagli sguardi altrui. In questa fase, è passiva, intrappolata in un’esistenza superficiale.
Nella seconda parte, dopo un momento di crisi, Cléo inizia un percorso di introspezione e autenticità. L’incontro con Antoine, un soldato in partenza per la guerra d’Algeria, segna un punto di svolta, verso una connessione umana profonda e a una nuova consapevolezza di sé.
Identità e tempo
Il film è un meditazione sulla fragilità della vita. Il conto alla rovescia implicito nell’attesa dei risultati medici costringe Cléo a confrontarsi con la possibilità della morte, spingendola a rivalutare le sue priorità. Il tempo reale amplifica questa tensione, rendendo lo spettatore complice dell’ansia della protagonista.
Cléo è inizialmente definita dal suo aspetto e dal ruolo di “oggetto” nello sguardo altrui, un tema che riflette la critica di Varda alla società patriarcale. La sua trasformazione rappresenta un atto di liberazione: abbandona la parrucca e il trucco, scegliendo di essere vista per ciò che è davvero. Varda gioca con il concetto di sguardo, alternando momenti in cui Cléo è oggetto (osservata da specchi, passanti, uomini) a momenti in cui diventa soggetto attivo, osservando il mondo intorno a lei. Questo passaggio riflette il suo percorso verso l’autonomia.
Agnès Varda
Linguaggio cinematografico
La scelta di narrare due ore in tempo reale crea un senso di immediatezza e coinvolgimento. Ogni minuto è percepibile e l’uso degli orologi e dei capitoli sottolinea l’inesorabilità del tempo.
Le strade di Parigi, i caffè, i parchi e gli interni sono filmati con una cinepresa mobile, che dà un senso di fluidità e libertà, in linea con lo stile della Nouvelle Vague. La città è un personaggio a sé, ripresa con un’estetica documentaristica che cattura la vita quotidiana. Questo approccio riflette l’influenza della Nouvelle Vague, con il suo rifiuto delle convenzioni hollywoodiane e l’attenzione alla realtà urbana.
La musica, composta da Michel Legrand, è essenziale ma significativa. La canzone di Cléo, Sans toi, cantata nel film, rappresenta un momento catartico, in cui la protagonista inizia a esprimere il suo dolore.
Elementi come gli specchi (simbolo di vanità e auto-ossessione), la parrucca (maschera dell’identità) e il parco (spazio di apertura e autenticità) arricchiscono il linguaggio visivo del film.
Contesto storico e culturale
Cléo de 5 à 7 si inserisce nel movimento della Nouvelle Vague, caratterizzato da un cinema sperimentale, personale e anti-convenzionale. Varda, spesso considerata la madre della Nouvelle Vague, utilizza una prospettiva femminile unica, distinguendosi dai colleghi maschi come Godard o Truffaut.
Sebbene non esplicitamente femminista, il film anticipa temi del movimento, esplorando la condizione della donna in una società che la rende oggetto. Varda, come cineasta donna, offre uno sguardo empatico e critico sulla protagonista.
Il riferimento alla guerra d’Algeria, incarnato dal personaggio di Antoine (Antoine Bourseller), contestualizza il film in un periodo di tensione politica in Francia, aggiungendo una dimensione di precarietà collettiva che si affianca a quella personale di Cléo.
Personaggi
Cléo è una figura complessa, che evolve da donna frivola e insicura a persona più consapevole e autentica. La sua trasformazione è il cuore del film. Antoine rappresenta un contrappunto a Cléo: aperto, sincero e in pace con la propria mortalità, aiuta Cléo a trovare un nuovo equilibrio.
L’amica Dorothée (Dorothèe Blank) e la governante Angèle (Dominique Davray) offrono spaccati diversi della femminilità, mentre i passanti parigini incarnano l’indifferenza della città.
Cléo (Corinne Marchand) e Antoine (Antoine Bourseller)
Impatto, significato e ricezione critica
Cléo dalle 5 alle 7 è un’opera profondamente umana, che trascende il suo contesto storico grazie alla sua universalità. La capacità di Varda di intrecciare leggerezza e gravità, estetica e introspezione, rende il film un’esperienza unica. È un ritratto intimo di una donna in bilico tra paura e speranza, ma anche una celebrazione della vita e della capacità di trovare significato nei momenti più incerti.
All’uscita, il film fu elogiato per la sua originalità e la sensibilità registica di Agnès Varda. È considerato uno dei capolavori della Nouvelle Vague e un punto di riferimento per il cinema femminista. La sua influenza si ritrova in opere successive che esplorano il tempo reale e la soggettività femminile.
Cléo dalle 5 alle 7 è un film che cattura l’essenza della condizione umana attraverso il viaggio emotivo di una donna in due ore cruciali della sua vita. Con il suo stile innovativo, la regia sensibile di Varda e la performance magnetica di Corinne Marchand, il film rimane un’opera senza tempo, capace di parlare a ogni spettatore della fragilità e della bellezza dell’esistenza.