Cactus International Children's and Youth Film Festival

‘The Girl with the Occupied Eyes’: un acquerello in jazz

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The Girl with the Occupied Eyes (A Menina com os Olhos Ocupados), cortometraggio d’animazione portoghese scritto e diretto da André Carrilho, è in concorso al Cactus International Children’s and Youth Festival 2025.

Prodotto da Blablabla Media, nasce dall’omonimo libro illustrato pubblicato nel 2020 da Carrilho, illustratore pluripremiato di fama internazionale.

The Girl with the Occupied Eyes

Una bambina percorre i luoghi della sua città con lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone. I suoi occhi, “occupati” nell’overload digitale, sono stilizzati,  intricati motivi che richiamano la geometria delle curve da spirografo. Non più occhi normali, ma resi inespressivi e trasfigurati graficamente attraverso la metafora della nomofobia.

Già nella prima sequenza, la realtà cerca di richiamarla: il miagolio di un gatto nero e un cono gelato offerto dalla gelataia del parco. Misteriose interferenze però trascinano via lo smartphone, e con esso la bambina stessa, che vi è attaccata.

Non sembra casuale la scelta cromatica dei tre gusti del gelato (rosso, arancione, rosa): secondo la teoria dei colori di Goethe, questi sono associati a stati d’animo dinamici e vivaci, in netto contrasto con l’alienazione fiacca della bambina.

Le immagini che circondano la bambina, assorta nella contemplazione dello schermo, intervallano situazioni reali a scenari presumibilmente sollecitati dai contenuti digitali di cui fruisce: ignara del gruppo variopinto di cani che la segue con curiosità, la si vede camminare lungo il collo di una giraffa, e al segnale dato dal barrito di un elefante è inconsapevolmente partecipe della coreografia di quattro delfini. E, tutto ciò, senza mai distogliere l’attenzione dallo smartphone, in ciascun passo e movimento  orchestrato dal jazz del compositore portoghese Nuno Costa.

Un dipinto ad acquerello di Lisbona

Quando la bambina attraversa la spiaggia si vede una sovrapposizione di piani visivi: la rappresentazione della realtà, con i bagnanti in primo piano, e gli ombrelloni sullo sfondo, in un insieme di linee appena percepibili rispetto alla colorata scena principale, in cui un mozzo e un pirata – il canonico pappagallo verde sulla spalla – cercano invano di attirare la sua attenzione. Più avanti, neanche un orso minaccioso riesce nell’impresa.

Le pennellate ad acquerello, che si allargano sulle facciate dei palazzi e sui tetti bagnati da un temporale cittadino di colori primari – due sagome architettoniche in lontananza, verosimilmente il Panteão Nacional e la Sé de Lisboa, lasciano intuire che la città sia Lisbona – si dissolvono un momento per poi ricomporsi sul cielo scuro, quando una navicella spaziale rapisce la bambina dalla finestra della sua stanza. L’alieno a bordo, verde e con tre occhi, tenta invano di coinvolgerla. Alla fine, con uno slancio tentacolare, la scaglia fin sulla luna.

Paracadutata dall’alto di un’astronave, atterra sul piede di un clown nel tendone di un circo, scatenandone il pianto, per finire poi sul treno di un ottovolante. Qui, inavvertitamente, lo smartphone le sfugge di mano e si frantuma al suolo. Privata dello smartphone, la bambina riemerge nella realtà: è in quel momento che i colori, e con essi i personaggi fino ad allora ignorati, le si rivelano.

The Girl with the Occupied Eyes, come si legge dopo i titoli di coda, è stato realizzato interamente senza l’uso dell’intelligenza artificiale. Carrilho ha dichiarato alla stampa portoghese:

“Penso che oggi sia importante ribadire che le cose sono fatte dalle persone. Tutto questo film – dalla musica, suonata da musicisti con strumenti reali, alle mani che hanno disegnato ogni personaggio – è frutto di scelte individuali compiute da persone, da un team portoghese. Tutto è stato realizzato con le nostre mani e con la nostra creatività.”

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