Figari international short film festival

‘A Good Day Will Come’, ma quando?

Published

on

Presentato al Figari International Short Film Fest, il cortometraggio A Good Day Will Come dello scrittore e regista iraniano-canadese Amir Zargara si destreggia fra realtà e immaginazione, in atmosfere buie che ricordano la scarsa visibilità di un tunnel.

La domanda è immediata: dove stiamo andando?

Arash, il lavoratore

L’atmosfera è alquanto cupa, non promette né premette bene.

Il protagonista, Arash (Sia Alipour) è un lavoratore onesto, puntuale e affidabile. Ma quell’uomo muscoloso e possente è anche un abile lottatore professionista e un aspirante olimpionico. C’è il peso della volontà, dietro di lui.

Nella palestra dove si allena, il quadro in bianco e nero sul muro raffigura suo padre. Accanto, è appeso un poster a colori dell’Ayatollah Ali Khamenei. Con il bianco e nero che contrasta con il colore dà un suggerimento.

Restare a guardare o trovare altra via?

Arash appare sul tappeto di wrestling. Altri lottatori nello spogliatoio guardano video online di disordini civili e proteste in Iran. C’è crisi, povertà, disagio e i giovani protestano.

Seguire o non seguire l’eredità del padre, questo il dilemma. Arash è, infatti, indeciso se continuare a concentrarsi sulle sue aspirazioni olimpiche o entrare in contatto con i familiari a casa e la realtà fuori.

Il suo allenatore (Mehdi Bajestani) lo avverte in maniera chiara e diretta: deve concentrarsi sulla sua carriera sportiva e non lasciarsi coinvolgere.

Arash riconosce di essere al fianco del suo popolo proprio come ha fatto suo padre. Deve decidere se seguire o ignorare il consiglio, mentre i disordini civili si intensificano e l’impatto diventa personale e disastroso. Va solamente capito come fare a esserci.

La fotografia e la luce (e la musica)

Il direttore della fotografia Jelan Maxwell, offre una storia visiva avvincente che bilancia splendidamente le scene di wrestling con il dramma familiare.

Intensa la scena di famiglia in controluce, dove la tenue luce bianca filtra attraverso la tenda come uno spirito che veglia sul nucleo familiare. Nelle scene di protesta, poi, l’abile montaggio crea una tensione viscerale, mentre le emozioni si scatenano.

Girato a Istanbul, in Turchia, il paesaggio è ricco di colori tenui e sfumature grigie che contribuiscono a creare l’atmosfera della patria iraniana. Maxwell alterna riprese a mano libera durante le sequenze di wrestling per mantenere il pubblico concentrato e farlo sentire come se fosse sul ring insieme ai protagonisti.

Le scene di famiglia nell’appartamento sono espressive e coinvolgono lo spettatore nella profonda tensione della situazione. L’uso di strumentazioni mediorientali da parte del compositore KB crea un’atmosfera autentica, evocando e amplificando la profondità emotiva e il dramma. Il culmine dell’inflessione musicale è la scena della protesta, che lascia il pubblico con il fiato sospeso.

E se, invece, bastasse una medaglia?

Arash è e rimane un atleta onesto, affidabile, abile, leale alla sua famiglia e al suo popolo. Fin dall’inizio, il pubblico non può che empatizzare, empatia che cresce man mano che vengono svelati il ​​conflitto e il dilemma morale che si trova ad affrontare.

Una medaglia d’oro potrebbe portare a questo olimpionico fama e successo, creando la desiderata maggiore consapevolezza del pericolo per la popolazione iraniana? Deve confrontarsi con questa decisione, mentre si prepara per la prossima competizione.

Ma l’azione è urgente. Non è tempo di esitazioni.

Gli avversari, nello sport, non giocano sporco, non sono codardi. Il nemico vero resta l’ingiustizia. Il mondo, là fuori, non ha le stesse regole.

Arriveranno giorni migliori, forse, ma quando?

Amir Zargara è uno scrittore e regista iraniano-canadese pluripremiato, la cui prospettiva unica è plasmata dal mosaico culturale di Iran e Canada. Il suo percorso, caratterizzato dalla resilienza di un immigrato e dalle sfide della convivenza con la balbuzie, influenza profondamente il suo approccio al cinema. Nei suoi film, esplora le complessità morali che gli individui affrontano. A Good Day Will Come si è qualificato per gli Oscar e ha ricevuto oltre 70 premi e menzioni in più di 100 festival cinematografici in tutto il mondo. Le sceneggiature di Amir hanno ricevuto elogi dai principali concorsi del settore, tra cui il Nicholl Fellowship dell’Academy, l’Austin Film Festival e lo Slamdance.

Exit mobile version