Milano Film Fest

‘Aimer perdre’. Ritratto di una perdente fuori dagli schemi

La vita fuori dagli schemi di una ragazza ai margini

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La prima edizione del Milano Film Fest si conclude con la proiezione di Aimer perdre dei fratelli belgi Harpo e Larry Guit, film vincitore del concorso lungometraggi, una commedia molto fuori dagli schemi con una splendida Maria Cavalier-Bazan nei panni della protagonista Armande Pigeon.

Amare vincere e amare perdere. Una vita vissuta sul filo della precarietà.

Armande è una giovane donna che vive a Bruxelles in uno stato di perenne precarietà. Dorme in un letto in affitto, sempre in ritardo con i pagamenti, si arrabatta con lavori uno più improbabile dell’altro e ama. Ama amare, ama abbracciare e ridere, ama i piccioni (come potrebbe essere altrimenti con quel cognome?). Ama scommettere, giocare e rigiocare, ama vincere ma, soprattutto ama perdere. Perché Armande è una perdente nata, posseduta dal demone del gioco d’azzardo. Scommette su qualsiasi cosa, sui vincenti di una gara di aeromodellismo, sul lancio della moneta. Scommette a indovinare il nome di persone incontrate per caso e gioca ai dadi e alle carte.

Un ritmo che travolge lo spettatore

Armande è travolgente, prende per mano lo spettatore e lo porta con sé in un vortice che, di primo acchito, è difficile comprendere. Disorienta, si è come travolti da questa furia umana che, all’inizio, fa venir voglia di alzarsi e andarsene per non rimanere invischiati in questa vita vissuta sul filo. Ma è inutile perché, a mano a mano che i minuti passano, ci si lascia andare e si comincia a correre insieme ad Armande per le strade di Bruxelles, a cercare ogni occasione per restare a galla nel turbinio del quotidiano.

Insieme a Ronnie (Axel Perin), un giovane incontrato a un corso di scultura dove entrambi si prestavano, con esiti disastrosi, come modelli, Armande inizia a vincere al Casino e sembra non si debba fermare mai. Ma si sa, la vita è fatta di alti e bassi, si vince e si perde, soprattutto se ci si chiama Armande Pigeon.

Maria Cavalier-Bazan e Claire Bodson scherzano col pubblico sul palco del Milano Film Fest. Foto : Marcello Perucca per Taxi Drivers

Una regia che rende perfettamente il senso di caos in cui vive la protagonista

La macchina da presa manovrata a mano dai fratelli Guit, con improvvisi zoom e primi piani sulla faccia e sulle smorfie della protagonista, rende alla perfezione il senso di confusione che ben rappresenta la vita di Armande e che travolge chiunque le stia accanto: Ronnie, Beatrice (Claire Bodson), Schlock (Michael Zinder), Lazare (Melvil Poupaud: Jeanne du Barry – La favorita del Re; Un colpo di fortuna – Coup de chance). Un cast ben diretto per un film fuori dagli schemi, che è riuscito ad accattivarsi i favori della giuria milanese, la quale ha apprezzato il modo di rappresentazione di una generazione che vive in un perenne stato di precarietà ma che affronta la vita in maniera sorprendentemente leggera.

Gli articoli di Marcello Perucca

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