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Festival di Cannes 2025: conferenze stampa tra cinema e politica

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Il Festival di Ceses 2025 si è aperto ufficialmente il 13 maggio  e lo ha fatto in un clima denso di riflessioni politiche e controversie. Durante le conferenze stampa di apertura, infatti, il direttore Thierry Frémaux e la presidente della giuria Juliette Binoche si sono trovati a rispondere a domande scomode che spaziavano dalla condanna di Gérard Depardieu ai conflitti geopolitici, passando per l’esclusione della Russia e la presenza di film ucraini. Frémaux ha sottolineato come il Festival di Cannes, nato nel 1939 nel nome della libertà, rimanga un luogo dove il cinema assume un significato politico quando lo fanno anche gli artisti. Ha citato a questo proposito, il regista iraniano Jafar Panahi come esempio di coraggio creativo, disposto a rischiare la prigione. Per Binoche, l’arte è oggi più che mai necessaria per “dare speranza e connessione” in un mondo che sembra andare verso il declino.

Il cinema come risposta

Il tema della politica ha coinvolto anche il dibattito su Donald Trump e le sue minacce di imporre dazi sui film stranieri. Juliet Binoche ha riconosciuto il tentativo del presidente di proteggere il proprio Paese, ma ha criticato apertamente le sue intenzioni, affermando che “sta cercando in ogni modo di salvare l’America e salvare sé stesso”. Jeremy Strong, attore e membro della giuria, ha riflettuto sul ruolo del cinema in un’epoca in cui la verità è sempre più minacciata. Definendo quest’ultimo, uno strumento essenziale per raccontare storie autentiche e contrastare le falsità. In questo contesto, Cannes, continua Strong, è il tempio del cinema perché le opere artistiche possono ancora affermare valori umani fondamentali.

L’importanza del Festival di Cannes per i film indipendenti

Il Festival di Cannes si conferma anche quest’anno una vetrina decisiva per il cinema internazionale. Thierry Frémaux ha ribadito l’importanza di Cannes nel lanciare film indipendenti come The Apprentice e Anora, capaci di mantenere viva l’attenzione fino alla stagione degli Oscar. Tra i titoli più attesi in concorso figurano Alpha di Julia Ducournau, The Phoenician Scheme di Wes Anderson e Nouvelle Vague di Richard Linklater. La giuria, composta da nomi illustri come Halle Berry, Alba Rohrwacher, Hong Sang Soo e Leïla Slimani, è chiamata a premiare i film che sapranno emozionare.

“Guarderemo i film insieme, e sarà quella connessione che va oltre il pensiero a guidare le nostre decisioni”,

ha dichiarato Binoche, lasciando intuire che, anche quest’anno, il cuore avrà un ruolo chiave nelle scelte del festival.

Fonte: Indiewire

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