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‘The Assessment’: il desiderio di essere genitori in un futuro distopico

Il racconto premonitore di un’era post antropocentrica

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Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival del 2024, e disponibile su Prime Video dall’8 maggio, The Assessment è un racconto premonitore di un’era post antropocentrica, dove l’uomo perderà il controllo delle proprie scelte.

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The Assessment: La trama

In un’epoca futura,  Mia (Elizabeth Olsen) e Aaryan (Himesh Patel) vivono isolati in un mondo arido, privo di vita naturale, frutto di una devastazione climatica. La loro villa è progettata e programmata per soddisfare ogni esigenza, un’ovatta che rende tutto morbido, prevedibile e risolto.

Un’oasi nel deserto; intorno il nulla, nessun colore, nessun respiro. La vastità della sabbia incontra solo l’orizzonte dell’oceano. La natura finita e vulnerabile dell’uomo è inghiottita da forze senza dimensione. É lo spazio alternativo al vecchio mondo dove sono reclusi gli anarchici e gli ostinati. Solo a queste condizioni viene garantita la sopravvivenza…ma c’è un prezzo da pagare.

Sono una coppia affiatata, professionisti affermati nel loro lavoro.  Lei è una ricercatrice botanica, lui un programmatore che progetta animali artificiali che sostituiscono quelli domestici persi nel corso dell’estirpazione programmata.

La loro vita scorre come un progetto perfetto, ma vogliono di più, vogliono diventare genitori. Per questo dovranno sottoporsi a una valutazione estenuante di un’esaminatrice governativa che ne giudica l’idoneità. Vivrà con loro, si insinuerà in ogni angolo della loro casa, della loro intimità e delle loro menti.

Compare così Virginia, interpretata da un’impeccabile Alicia Vikander – già svezzata al genere sci-fi con Ex Machina – che detterà le regole del protocollo: ogni gesto o decisione diventerà una prova di sopravvivenza emotiva. L’esame assume parametri di pura follia, mentre la ragione e le volontà  dei futuri genitori vacillano sotto il suo controllo incessante, insinuando crepe non solo nella coppia, ma anche in loro stessi.

Un film dagli spunti mutevoli

Il film si muove senza rigidità tra il pathos psicologico e l’analisi sociale, attraverso un disegno futuro non esacerbato e credibile. Questi elementi infondono ritmi serrati ma facili da sostenere, infondendo al contempo un senso di disturbo e rifiuto.

La sceneggiatura, di Neil Garfath-Cox, Dave Thomas e John Donnelly, offre una valutazione approfondita su numerose derive umane e sociali, interconnesse, sovrapposte ma comunque travolgenti.  La crisi climatica, uno Stato biologicamente e politicamente autoritario con tendenze eugenetiche, il libero arbitrio sottomesso all’irragionevole dovere, in cui ognuno deve contribuire all’ordine comune e vivere in un mondo florido ma povero.

The Assessment: La linea sottile tra il virtuale ed il reale

Coerentemente con il genere, il film è intriso di meccanismi virtuali, non solo tecnologici, ma che lambiscono la percezione sensoriale. L’intangibile si confonde con il reale e questa simbiosi fa riemergere le intimità dei personaggi. C’è chi la progetta per raggiungere la propria salvezza e chi la rifiuta per riuscire a sentire ancora l’odore del creato. Il confine tra i due mondi è una linea costante, che spezza anche il finale. La regia della Fortuné è essenziale ma efficace, coinvolgente nel mostrare il figlio futuro di un oscuro presente

Un thriller sperimentale

I toni che accompagnano The Assessment non sono mai esageratamente scioccanti.  Il ritmo è vibrante grazie ai colori grigi e primari, il silenzio circolare, l’eco che risuona nelle stanze, la geometria astratta ma essenziale delle forme e degli spazi, i volti algidi ma carichi di tensione. Il tutto diretto dalla personalità mutevole e imprevedibilmente ansiogena della Vikander.

Per quanto lo Stato garantisca una “sopravvivenza alla vita”, lentamente uccide. L’umano gradualmente si anestetizza alla simulazione e alla finzione: un vagabondo in un’isola deserta dove perde le coordinate tra la razionalità e l’irragionevole.

Un thriller in cui l’assassino è disumano e rende disumani.

 

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