RIVIERA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL

‘Diving into the darkness’, dove un sogno può condurre l’uomo

Quando l’intimità si mischia al rischio, allo sport e alla passione

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Diving into the darkness è un documentario del 2024 del regista canadese Nays Baghai, e una produzione Running Cloud Productions, Speakers Spotlight, Creative Alley Pictures. Il film racconta la carriera di Jill Heinerth, la prima donna subacquea speleologa ad essere entrata nella Women Divers Hall of Fame.

Ha partecipato a diversi festival; tra questi, e più recente, il Vancouver International Mountain Film Festival 2025 (Menzione speciale della giuria), Santa Barbara International Film Festival (Migliore documentario), All Living Things Environmental Film Festival 2024, The Endless Summer + Dana Point Film Festival 2024, Documentaries Without Borders International Film Festival, Mendocino Film Festival 2024, Melbourne International Film Festival 2024, Maui Film Festival 2024.

Diving into the darkness stato proiettato quest’anno in occasione del Riviera International Film Festival di Sestri Levante (GE). Scopri il programma passato del festival e i film recensiti da Taxidrivers.

La scoperta di un mondo oltre al nostro

Un tuffo tra ricordi e sensazioni del presente, tra il fascino e il terrore di una vita piegata alla scoperta: luci e ombre si riconoscono nella passione di una donna per l’ignoto. Per un mondo sotterraneo oltre al nostro, protetto, in superficie. La storia è quella di Jill Heinerth, esploratrice canadese, nata a Toronto nel 1965. Fin da quando è bambina, Jill sogna che un cosmo le si apra davanti agli occhi ogni volta che pensa di immergersi sott’acqua e di esplorarne gli incavi più profondi. Secondo lei, le immersioni in grotta sono la cosa che più si avvicina a una missione astronautica. Equivarrebbe ad andare su un altro pianeta, dice davanti alla telecamera di Baghai, che osserva leggermente di tre quarti una ormai non più giovane tuffatrice mentre i suoi occhi brillano di nuovo entusiasmo.

Fotogramma di ‘Diving into the darkness’ (2024). Fonte: Diving into the darkness

Dallo spazio degli astri a quello sotto terra

La passione di Jill per la speleologia subacquea è nata dopo che la madre le disse che non sarebbe potuta diventare astronauta: il grande desiderio di toccare la Luna, come aveva visto fare in TV, non si sarebbe avverato. Il legame forte costruito negli anni tra lei e l’universo sotterraneo, che coesiste con lo spazio infinito, ha ripagato la delusione iniziale di non aver seguito le orme dell’Apollo 13.

“Sulla Luna è andata molta più gente di quanta sia stata nei luoghi esplorati da Jill Heinerth nelle profondità del nostro pianeta acquatico”

Questa citazione di James Cameron a inizio documentario raccoglie in sé il senso del film. Si conosce pressoché nulla di quello che giace sotto i nostri piedi, le nostre case, le nostre montagne. È incredibile come qualcosa di lontanissimo da noi ci sia più familiare di una grotta marina in Messico. Perché? Jill Heinerth, da giovane e più che mai da adulta, se l’è chiesto molte volte, più di quante lei si sia tuffata: però, una volta in acqua, Jill non risponde solo alle proprie di domande, ma tiene anche a quelle di tutti gli uomini, donne, bambine che come lei se le sono sempre fatte.

Il rischio è all’ordine del giorno

Quando veniamo messi all’angolo, è lì che ci evolviamo. E prendiamo una scelta. Giusta o sbagliata, sicura o rischiosa, che porti a un altro vicolo cieco o a una strada ancora non battuta. Anche Jill ne è convinta, e lo dice mentre riporta alla propria e alla memoria di chi insieme a lei ha vissuto quelle stesse avventure, i momenti di incertezza, di stupore, di panico che non cambiano da un posto all’altro del mondo. Grazie al supporto delle immagini e dei video del tempo, sappiamo che gli attimi difficili, quei secondi in più che possono invariabilmente decidere della tua sorte sott’acqua, sono all’ordine del giorno.

Fotogramma di ‘Diving into the darkness’ (2024). Fonte: Diving into the darkness

Diving into the darkness

Dall’Ontario, al Messico, dalla Florida al freddo Antartide. Il pericolo è sempre stato dietro l’angolo. In ciascuno di questi luoghi c’è il rischio di non fare in tempo a ritornare in superficie prima che il tuo corpo si riempia di bolle di nitrogeno – il fenomeno della decompressione subacquea – o di rimanere bloccati in una fessura tra due rocce, con soprattutto la consapevolezza di non poter essere soccorsi, di essere soli in mezzo al silenzio.

Ma il sogno di una bambina, di una ragazza, e poi di una donna, non si ferma di fronte al pericolo. Un viaggio molto lungo si accompagna al sogno di vivere quel viaggio, di sapere un giorno di che sostanza sia fatto e quali sensazioni sia in grado di regalarti. Il pericolo viene affiancato dal carisma del luogo, dalla sua bellezza, e spesso dalla timidezza con cui nasconde le proprie meraviglie agli occhi degli altri. Diving into the darkness non è dunque il racconto di una carriera, ma quella di un’intimità profonda che si estende per metri sotto terra e anche nel cuore di chi, come Jill, è in grado di coglierla.

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