È il nuovo film di Paolo Costella, Storia di una notte con protagonisti Anna Foglietta e Giuseppe Battiston, al cinema dal 30 aprile con PiperFilm. Il cast è completato da Luigi Diberti, Stefania Casini, Giulietta Rebeggiani, Biagio Venditti, Yile Yara Vianello e Thomas Trabacchi. È una produzione Tramp Limited e Rai Cinema, con il sostegno della Veneto Film Commission, prodotto da Attilio De Razza e Nicola Picone, liberamente tratto dal libro Nelle migliori famiglie di Angelo Mellone, edito da Mondadori.
La trama di Storia di una notte
Piero (Giuseppe Battiston) ed Elisabetta (Anna Foglietta) si sono riconosciuti e amati molto presto, riuscendo a costruire una famiglia unita e felice. Oggi che quella famiglia felice non esiste più, i figli adolescenti Sara (Giulietta Rebeggiani) e Denis (Biagio Venditti) convincono i genitori a festeggiare insieme, ancora una volta, la Vigilia di Natale a Cortina.
Per i figli non è solo un’occasione per stare di nuovo tutti insieme, ma il tentativo, audace e vitale come solo i ragazzi sanno essere, di provare a recuperare il senso più profondo del loro stare insieme. Quando Denis ha un incidente sugli sci, la famiglia si trova a vivere una notte di lunga attesa. Emergerà una dolorosa verità dietro la rottura di questa famiglia, che dovrà fare i conti con un passato che non è stata capace di affrontare. Sarà una notte di veglia, di rinascita e di riscoperta, perché “c’è sempre qualcosa che si può fare, e se non c’è la devi inventare”.
Il regista e sceneggiatore Paolo Costella
Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024 nella sezione Grand Public, Paolo Costella (Vicini di casa) dirige e scrive, insieme ad Angelo Mellone e Tania Pedroni, una storia intima e commovente, con protagonista una famiglia in piena crisi.
Recentemente sceneggiatore di FolleMente di Paolo Genovese e Fino alla fine di Gabriele Muccino, Paolo Costella è anche regista di film come Una terapiadi gruppo, Vicini di casa, Per tutta la vita, Matrimonio al sud.
“Nella scrittura di Storia di una notte, abbiamo cercato di lavorare in sottrazione, per non enfatizzare quanto di solito viene fatto nella rappresentazione di questi drammi”.