Su Disney+ la seconda stagione antologica di Piccoli Brivi: La misteriosa avventura. La serie di Rob Letterman e Nicholas Stoller (Cattivi Vicini) è ovviamente basata sull’omonima collana di libri horror creata da Robert Stine. É prodotta da Sony Pictures Television e la casa di produzione di Stoller. Protagonista la star di Friends David, Schwimmer, affiancato da Ana Ortiz ( Ugly Betty), Sam McCarthy e Jayden Bartels (Kidding).
IL TRAILER – Piccoli Brividi: La misteriosa avventura
Sinossi – Piccoli Brividi: La misteriosa avventura
I gemelli Devin (Sam McCarthy) e Cece ( Jayden Bartels), tornati a Brooklyn per passare l’estate dal loro padre, l’imbranato botanico Anthony (David Schwimmer), scoprono nella sua cantina-laboratorio una pianta mostruosa che mira a impossessarsi dei corpi di ogni persona. Un incubo per padre e figli che presto si collegherà alla misteriosa scomparsa del fratello di Anthony avvenuta nel 1994.
Brooklyn come Hawkins – Piccoli Brividi: La misteriosa avventura
Ai primi episodi della seconda stagione di Piccoli Brividi: La misteriosa avventura, s’intuisce che la serie funziona e non era scontato prima del revival. Sceglie fin dalla prima stagione di essere antologica a suo modo; lascia la conclusione episodica, caratteristica della serie anni Novanta, per rendere antologica l’intera stagione; in questo modo si preferisce creare un racconto più omogeneo e lineare, favorendo la nostra diretta immersione. Ma Piccoli Brividi: La misteriosa avventura appare come un’operazione furba e a suo modo intelligente, recuperando una delle migliori serie teen-horror per ragazzi e adattandola alla serie letteraria per eccellenza.
Così nel breve lasso che va dall’ambientazione dei giovani protagonisti all’incontro col primo vero mostro della serie, Piccoli Brividi si trasforma in una versione molto più piccola di Stranger Things. I protagonisti teenagers, Cece e Devin, usano lo spazio newyorkese come Undici, Mike e Dustin usano Hawkins. Brooklyn viene ripresa con i caseggiati, le villette a schiera a cui mancano solo biciclette e pantaloni corti. Con la parte centrale del primo episodio che è concentrata a creare il classico teen drama usato anche da Stranger Things: due personaggi, Cece e Devin, al centro del gruppo di ragazzi della scuola, una intelligente e vistosa, l’altro imbranato e innamorato della bella del “quartiere”.
Il teen drama classico e contemporaneo
Una dinamica che il teen classico da Beverly Hills 90210 a Dawson’s Creek ha sempre usato, costituendo il cuore pulsante di ogni verticalità relazionale. I creatori Letterman e Stoller vogliono fare però qualcosa di più del solita rivalità tra teenagers, inserendo anche l’opposizione sociale; ben presto tra i protagonisti e i vari personaggi che incontreranno, come la bella Frankie, emerge la differenza di opportunità tra chi è destinato a una vita di stenti lavorando al bar o facendo il meccanico, e chi, come i figli di Anthony, ha tutto il sostegno che serve.
La lezione dei fratelli Duffer
Se questi sono alcuni piccoli impulsi autonomi per inquadrare l’elemento teen della serie, Piccoli Brividi: La misteriosa avventura ha recepito fin da subito la lezione di Stranger Things : la copia non esiste se la si fa con una certa originalità. Che è un po’ quello che fa la serie Dinsey+ rigenerando diverse varianti dei Demogorgoni come villain botanico principale.
Anche qui i riferimenti agli horror anni Ottanta non mancano, tra La Cosa di Carpenter e il finale del secondo episodio che molto probabilmente fa riferimento a Christine – La macchina infernale. Quindi Piccoli Brividi: La misteriosa avventura ha tutto per creare un prodotto che come Stranger Things guarda alla cinefilia del genere cercando di apparire nuovo. Un sapore vintage e moderno che a differenza della serie Netflix non ostenta mai il suo esasperato citazionismo senza obbligarci a chiederci continuamente dove avevamo già visto quella determinata scena, cosa che avveniva con Undici e company.
Cambia il format, rimangono i brividi
Piccoli Brivi: La misteriosa avventura nel suo obiettivo di identificarsi come novello Stranger Things non dimentica le sue origini. Viene riproposta una serie di libri presentati come un’unica storia: Il mistero dello scienziato pazzo, Un barattolo mostruoso e Il campeggio degli orrori. Il collegamento con la fanbase di Piccoli Brividi emerge dalla grande prova di David Schwimmer. L’ex Friends con i suoi toni scanzonati e irriverenti allontana la parte più cruda per abbracciare un horror per ragazzi mantenendo la fedeltà alla creatura di Robert Stine.
E anche se il nuovo Piccoli Brividi vive molto della dinamica misteri e adolescenti-adulti, nei luoghi chiusi mantiene tutti quei brividi che ne hanno costituito nel tempo la sua fortuna. Il format cambia nella sua antologia, nella sua immersione verso il teen horror contemporaneo mantenendo però l’essenza della paura nell’ideazione d’origine. Puntando su una via di mezzo che abbraccia mistero e terrore.
Piccoli Brividi: La misteriosa avventura rimane fedele ai libri di Robert Stine contaminandosi con il teen horror di Stranger Things. E il risultato della seconda stagione è una godibile serie tra passato e presente.