Promossa dal Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei tumori di Milano, sostenuta da Mediafriends e scritta, diretta, interpretata dai ragazzi in cura all’Istituto, Ho preso un Granchio è la nuova webserie, in sette episodi, in seconda serata su La 5, con la partecipazione di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Ho preso un Granchio: una narrazione ironica, sincera e intima
La serie racconta la vita dei pazienti adolescenti in modo ironico, con un tono a volte dissacrante ma sempre sincero e intimo. Pieno di forza e fragilità, perché oltre alla malattia c’è la vita di ognuno di loro, fatta di momenti di divertimento, di battute, amicizia, condivisione, amore e sogni. Ciò che i ragazzi raccontano, attraverso la lente dell’iperbole, è solo la loro realtà particolare, tra terapie oncologiche e bisogno di essere adolescenti come tutti i loro coetanei.
Oltre la malattia…
Scritta dai ragazzi dell’Istituto dei tumori di Milano, con la supervisione di un team di esperti e prodotta dalla onlus Fondazione Bianca Garavaglia ETS, Ho preso un Granchio è un progetto che vuole accendere l’attenzione sui giovani pazienti oncologici, per migliorare la loro qualità di vita.
Una campagna di sensibilizzazione sul tema dei giovani oncologici che durerà un anno e che sarà disponibile per tutto questo arco di tempo, gratuitamente, su Mediaset Infinity, in una sezione arricchita da contenuti extra, realizzati sempre dai protagonisti.
In oltre un anno e mezzo di lavori, i 25 ragazzi si sono improvvisati prima scrittori e sceneggiatori, infine attori. Hanno creato i loro personaggi (c’è il latin lover, l’influencer, il musicista, la viziata, l’agofobico, la problem solver, e così via) e i temi delle diverse puntate. Ognuno degli episodi, girato all’interno dell’ambulatorio di oncologia pediatrica dell’Istituto, è incentrato su un singolo argomento della vita in ospedale. L’arrivo della ragazza viziata in un reparto che all’inizio odia e poi impara ad amare, o la festa a base di sushi realizzata alle spalle dei medici.
La serie racconta la vita dei pazienti adolescenti in modo ironico, con un tono a volte dissacrante ma sempre sincero e intimo, pieno di forza e fragilità. Perché oltre alla malattia c’è la vita di ognuno di loro, fatta di momenti di divertimento, di battute, amicizia, condivisione, amore e sogni.