Festival di Roma

‘I racconti del mare’ – Un tuffo nell’abisso dell’altro

Una commedia ai limiti del fantastico

Published

on

Diretto da Luca Severi e prodotto dalla  LSPG ITALIA (Luca Severi Production Group), in concorso ad Alice nella città,  I Racconti del mare è una commedia ai limiti del fantastico, che usa il tocco del sorriso per indagare le profondità dell’animo umano. Due ragazzi a confronto in un avventura in mare aperto.

La realtà di un sogno

Il risveglio da un incubo è forse più traumatico del sogno stesso per il giovane Tonino (Luka Zunic) che si ritrova su una barca, solo, in mezzo al nulla del mare aperto. Una situazione decisamente angosciante che porta il ragazzo e lo spettatore a confondere realtà e allucinazioni. La sua solitudine è però presto interrotta da incontri surreali con personaggi tanto buffi quanto criptici (Paola Sotgiu).

Il più importante di questi incontri è quello con il ragazzo che all’improvviso invade la sua imbarcazione, così simile eppure così diverso: Ima (Khadim Faye). Ha la stessa età di Tonino e la sua stessa preoccupazione disegnata sul volto. Eppure un elemento li distingue: il colore della pelle. Inizialmente in conflitto, i due abbassano piano piano le rispettive difese, in un confronto forzato ma guidato da divertenti battute e dalla naturale curiosità propria dei ragazzini.

Un’avventura che vede superare confini reali e ideologici, anche se con le relative difficoltà.

La forza dirompente dell’ironia

Trattare temi delicati che portano con sé grandi bagagli di sofferenza è sempre complesso. Il rispetto spinge naturalmente a un approccio serio e lontano dalla banalizzazione

Ma la forza del cinema è proprio quella di riuscire a indagare nuove prospettive, rivelando ciò che è invisibile da un solo punto di vista. La scelta di raccontare un argomento tanto spinoso come quello dell’immigrazione nella chiave ironica della commedia surreale spiazza e al tempo stesso sorprende felicemente.

I racconti del mare ha un tocco sempre dolce e mai scorretto, che strappa via la patina ipocrita associabile al dolore e che in maniera semplice ma diretta invece arriva al cuore puro della situazione.

L’ironia è un’arma potentissima che ha il potere di avvicinare, e una battuta alle volte può essere capace di chiarire molto più di mille parole drammatiche.

Fidarsi

Merce rara la fiducia, anche soprattutto se a separare due persone ci sono così tante differenze come tra Tonino e Ima.

La ricerca di un punto di contatto è un atto decisamente faticoso, perché comporta un passo indietro da entrambe le parti. Quando ci si ritrova in una situazione di pericolo però scoprirsi può comportare rischi molto alti. D’altro canto invece esistono pericoli troppo grandi per essere affrontati da soli e soltanto il lavoro di squadra può evitare di andare a picco.

L’incontro tra i ragazzi accende un riflettore proprio su questo aspetto. Lo fa indagando la complessità del confronto troppo spesso dato per scontata. Le proprie idee e le proprie abitudini possono accecare dando l’illusione di essere sempre e comunque nel giusto.  Da questa chiusura nascono i conflitti e le sofferenze che ne derivano.

L’unico vero strumento a disposizione nella guerra contro le ostilità è la buona comunicazione, fatta di ascolto e comprensione, di un dialogo sano, che vada oltre il muro del pregiudizio.

Paura della terraferma

I problemi dei ragazzi non si limitano al mare aperto e raggiungono una terraferma tanto agognata, e temuta.

Tonino vive una situazione familiare decisamente contrastante, con due genitori che hanno approcci molto diversi nei suoi confronti, seppur guidati entrambi dall’ affetto. Vogliono soltanto il meglio per lui, cosa sia di preciso il meglio però non è così scontato. Severità e comprensione si scontrano in sua madre (Lidia Vitale) e suo padre (Geno Diana), perché se è vero che è importantissimo capire i motivi per cui un ragazzo fa le sue scelte, è altrettanto importante evitare che queste scelte siano tanto pericolose da fare del male.

I problemi di Ima invece derivano dalla situazione atroce e fuori controllo del suo Paese, più a sud del sud di Tonino, il Mugamba. Un luogo tanto pericoloso da preferire perfino una imbarcazione malandata in mezzo al mare per sentirsi più al sicuro. Della sua di famiglia nessuna notizia.

Non può fare altro che aspettare e sperare, perché alla fine la speranza è l’unica cosa che custodisce davvero nella sua borsa. Addirittura più preziosa del cibo.

Exit mobile version