L’invenzione di noi due, tratto dal romanzo di Matteo Bussola edito da Einaudi, è il film di Corrado Ceron presentato in anteprima mondiale alla settantesima edizione del Taormina Film Festival. Una storia d’amore messa in discussione dal tempo e dalle trasformazioni che esso porta con sé.
Regia di Corrado Ceron con Lino Guanciale, Silvia D’Amico, Francesco Montanari e Paolo Belli.
Soggetto e sceneggiatura di Federico Fava, Valentina Zanella, Matteo Bussola, Paola Barbato.
Milo (Lino Guanciale), è sposato con Nadia (Silvia D’Amico) da quindici anni e si accorge che lei non lo desidera più. Non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi più nulla con lei. Ma come si può smettere di amare una persona che per te è un mondo? Milo se lo chiede e cerca un modo per riconquistare Nadia. Un giorno, decide di scriverle scrive fingendosi un altro uomo, dando così inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si scoprono e rivelano come mai prima.
Il tempo e la scrittura
Un film sentimentale che racchiude e raccoglie tantissimi elementi diversi: il precariato, l’abbandono, la maternità negata, l’amicizia. Una storia che attraversa quindici anni e che racconta la vita di una coppia alla deriva, dove la quotidianità è fatta di rinunce e accettazioni. La scrittura diventa qualcosa in cui Milo si nasconde. Lui, che si sente quasi un predestinato, finisce con lo sbattere contro il muro della vita, perdendosi tra le disillusioni. E la scrittura diventa quasi un’arma a doppio taglio facendo da sfondo a una quotidianità che racconta giorno per giorno la fine di questo amore. Un amore che è quasi una dipendenza per Milo. Un amore che nasce lentamente e si costruisce nel tempo.
Dal romanzo al film
“Chi sei?” E’ la domanda che apre il romanzo ma anche il film ed è quella che fa da preludio al racconto. L’invenzione di noi due diventa una conversazione che continua nel tempo e si dilata. Un adattamento perfettamente riuscito, dove l’amore è costruito sulla pazienza e dedizione, quasi fosse una casa e che diventa il simbolo di come il loro amore è stato costruito e di come lentamente si sta distruggendo. La letteratura, del resto, ha questo di bello: raccontare non solo le cose passate, ma anche quelle che possono accadere. Con un finale aperto che pone tante domande. Una su tutte: Scriveranno insieme il finale?
Il regista Corrado Ceron
«La grande difficolta che ho trovato nel girare ‘L’invenzione di noi due’ è stata quella di girare tutto in sette settimane, che non sono tante, ma abbiamo girato così tanto e così velocemente che mi è rimasto tantissimo materiale. Inizialmente avevamo deciso di fare due film, uno dal punto di vista di Milo e l’altro dalla parte di Nadi. Alla fine abbiamo unito i due elementi ed è nato un unico film»