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Focus Italia

‘Lo scandalo come responsabilità’ – il cinema e la letteratura per la libertà d’espressione

L'evento, che si svolge il 6 maggio al cinema Farnese, è una manifestazione contro ogni forma di censura, tramite un saggio, un lungometraggio e tanti ospiti, ci si interroga sulla libertà artistica e sui suoi limiti

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Lo scandalo come responsabilità,  questo è il nome dell’iniziativa – che ricordiamo si svolge il 6 maggio al cinema Farnese – in cui, tramite l’unione di letteratura e cinema, si sviluppa una riflessione sulla libertà d’espressione e la censura.

Al centro dell’evento, il saggio Non c’è che dire di Marta Rizzo e il film Bellezza, addio di Carmen Giardina. Ad accompagnare, l’esposizione del libro e la proiezione del lungometraggio troviamo gli interventi di Steve Della Casa, Antonietta De Lillo e Lidia Ravera, insieme ovviamente, ai rispettivi autori.

Leggi anche:‘Bellezza, addio’ : omaggio al poeta Dario Bellezza.

Qui di seguito riportiamo maggiori informazioni sulle opere centrali all’evento Lo scandalo come responsabilità.

Non c’è che dire – la cultura è libera?

Il saggio, scritto da Marta Rizzo e pubblicato da Lepre edizioni, si interroga sul delicato tema della libertà espressiva, come si legge nell’inerente sinossi:

Si tratta di risolvere un giallo: che cos’è la libertà di espressione? Il libro si pone questa domanda attraversando giurisprudenza, estetica, etica, cinema, teatro, radio, letteratura, critica letteraria e cinematografica. Quanto influiscono i social media? E il metaverso, la cancel culture, il web, il politically correct? Qual è il rapporto col neoliberismo? Esiste ancora la censura nel cinema? In editoria la fase creativa quanto è condizionata dal mercato? Quali sono le vie dell’autocensura? L’introduzione di Massimo Carlotto, scrittore italiano noir tra i più tradotti al mondo, ci pone di fronte a un enigma: è davvero libera la cultura italiana? Tutti noi, autori e fruitori, dovremmo chiedercelo. Con interventi di: Albinati, Avati, Bertozzi, Carlotto, Cavani, Clausi, Cecchi, Ciprì, Cugia, De Cataldo, De Lillo, Ferzetti, Funtò, Gonnella, Maraini, Montaldo, Murri, Palma, Ravera, Rezza, Rollo, Ruotolo, Siti, Trevi, Vicari.

Bellezza, addio – tra malattia e poesia

Premio del Pubblico e Miglior colonna sonora a Inventa un film 2023, Menzione Speciale della Giuria alla 21a edizione del Florence Queer Festival, Premio per la Miglior Regia all’Asti Film Festival 2023, Bellezza, addio di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese prodotto da Rino Sciarretta.

Il lungometraggio vede la presenza di Barb Sandro Penna, Alberto Moravia, Elsa Morante, Anna Maria Orteseara Alberti, Antonella Amendola, Ulisse Benedetti, Franco Cordelli, Ninetto Davoli, Giuseppe Garrera, Maurizio Gregorini, Fiammetta Jori, Renzo Paris, Elio Pecora, Paco Reconti e Nichi Vendola.

Nel 1996 uno scoop giornalistico rivela all’Italia che il poeta Dario Bellezza è malato di AIDS: la notizia segna l’ inizio del suo calvario. Additato per strada come un appestato, il poeta si chiude in casa per difendere la propria privacy e rivendicando il diritto a rivolgersi a cure sperimentali, in mancanza di un vaccino sicuro contro l’HIV. Detto “il Rimbaud di Monteverde” per il precoce talento poetico e per la fuga da casa, amico di Amelia Rosselli e di Aldo Braibanti, Dario Bellezza è stato protagonista di una stagione culturale romana di grande splendore, condivisa con e molti altri.

In Bellezza, addio gli amici Renzo Paris e Franco Cordelli ricordano il poeta dai tempi dell’Università fino agli anni maturi, passando per le performance nella cantina teatrale romana Beat 72 e il glorioso Festival Internazionale dei Poeti di Castelporziano. Ninetto Davoli, Barbara Alberti e Elio Pecora raccontano una Roma in cui si aggiravano ancora i grandi nomi del Novecento italiano, da Gadda a Palazzeschi, insieme a nuovi “mostri sacri”, mentre i materiali di repertorio, con rarità e video inediti, contribuiscono a disegnare un ritratto inedito di Dario Bellezza e dei suoi “vent’anni di felicità”.

Bellezza, addio è una produzione Zivago Film e Luce Cinecittà con il contributo della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo – MiC.

 

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