‘Road House’: la recensione dell’action con Jake Gyllenhaal

Road House è un film del 2024 diretto da Doug Liman (The Bourne Identity, Edge of Tomorrow, Barry Seal – Una Storia Americana) e con protagonista Jake Gyllenhaal (Donnie Darko, Prisoners, Lo Sciacallo – Nightcrawler). É il remake de Il Duro del Road House (1989), diretto da Rowdy Herrington, con Patrick Swayze nei panni del protagonista.

Road House La Trama

La storia vede protagonista Elwood Dalton, un solitario e misterioso ex combattente di arti marziali della UFC, al quale viene proposto un impiego come buttafuori in una roadhouse nelle Florida Keys. Il luogo è frequentato quotidianamente da criminali che infastidiscono il personale e creano scompiglio nell’ambiente, tra risse e atti di violenza. Nonostante l’iniziale riluttanza, Dalton accetta il lavoro in quanto ha bisogno di soldi. Una volta sul posto, però, l’uomo scopre che non tutto è come sembra nel paradiso tropicale e si ritroverà invischiato in loschi traffici, dai quali potrà uscire solo grazie alle sue incredibili doti da “picchiatore”.

 Road House Un western urbano

Proprio come il film originale, anche il Road House di Liman è una sorta di “western” urbano. I topoi del genere ci sono tutti: un eroe solitario con un passato misterioso, l’arrivo del protagonista in una piccola cittadina assediata da bande di criminali, le guerre per il territorio, le lotte in un bar/saloon, lo sceriffo, una storia d’amore. Gyllenhaal incarna una sorta di Clint Eastwood moderno, più incline ad alzare le mani, e ai pugni, che alle sparatorie. Il film stesso è consapevole di questa somiglianza, tanto che il personaggio di Charlie, la libraia, paragona il protagonista proprio a un eroe dei romanzi western che tanto le piacciono.

Road House è anche un grande omaggio al cinema action e muscolare anni ’90. La storia, le battute e lo spirito incarnano perfettamente quel tipo di prodotti, e riportano alla mente film come Point Break e Die Hard. Un piacevole tuffo nel passato per i nostalgici di un genere ormai abbastanza raro da trovare.

Il cast

Il cast di Road House è piuttosto ricco. Jake Gyllenhaal, attore ormai consacrato e con una lunga carriera alle spalle, si è visibilmente divertito a interpretare un protagonista tanto semplice quanto funzionale. È il classico eroe solitario e misterioso, di cui man mano conosciamo il passato grazie a flashback ben contestualizzati nella narrazione. È un personaggio interessante perché è consapevole del male che ha fatto e che può fare se colpito emotivamente. Ha paura delle conseguenze delle sue azioni violente, e cerca di reprimere la rabbia per evitare di scatenare la sua furia e ferire qualcuno. Si riflette anche sul concetto di eroismo e sulla linea di confine, spesso molto sottile, che separa bene e male.

Da segnalare anche la presenza della brava e bellissima Daniela Melchior, ormai sempre più lanciata nel mondo dei blockbuster (è già apparsa in The Suicide Squad, Guardiani della Galassia Vol. 3 e Fast X) e del pugile Conor McGregor, qui al suo esordio cinematografico, che interpreta un personaggio tanto sopra le righe quanto divertente.

La regia di Liman

Doug Liman, veterano del genere action e cresciuto con i cult anni ’90, sa come raccontare e mettere in scena una storia di questo tipo. La regia è ispirata e dinamica, le sequenze di combattimento sono coinvolgenti e il regista adotta espedienti spesso molto originali (come inquadrature in soggettiva dei pugni pronti a sferrare un colpo), ma anche piani sequenza e scelte musicali particolarmente azzeccate. A proposito, se siete fan dei Metallica avrete di che gioire durante lo scontro finale!

 Road House è un film di intrattenimento riuscito e divertente. Nonostante la sensazione che, nella parte centrale, la sceneggiatura giri un po’ a vuoto, rimane comunque una visione piacevole e consigliata per gli amanti del genere action. Disponibile dal 21 Marzo su Prime Video.