‘Maudie – Una vita a colori’: una protagonista piena di sorprese

In streaming su Netflix , Maudie ha ottenuto riconoscimenti come Miglior Film, Miglior Sceneggiatura e Miglior attori protagonisti in festivals come Atlantic Film Festival, Vancouver International Film Festival, Windsor International Film Festival.

Maudie, la trama

Siamo negli anni ’30, Nuova Scozia, Canada. Maud(ie) Lewis (Sally Hawkins), affetta da artrite cronica, è alla ricerca di indipendenza dalla propria famiglia. Preoccupati per la sua salute, la zia e il fratello la costringono ad una solitaria esistenza in casa. L’unica via di fuga per Maudie sono colori e pennelli, con cui dipinge realtà variopinte e spensierate. Ma, quando Maudie trova un annuncio di lavoro, riuscirà a raccogliere le forze per abbandonare il suo esilio forzato? E a quale prezzo?

Una protagonista sorprendente

Sebbene la protagonista possa inizialmente sembrare debole e vittima della propria malattia, Maudie si rivela una personalità resiliente e arguta. Conscia dei propri limiti, la donna non ignora i propri desideri e opinioni, facendoli affiorare nei giusti momenti per ottenere il rispetto che merita. A confronto con il duro Everett (Ethan Hawke), Maudie pare scomparire dietro il sessismo e le maniere brusche dell’uomo. Ciononostante, nel secondo atto, Maudie si rivela una donna intraprendente, intelligente e consapevole del proprio valore. La sua sicurezza aumenta con il successo dei suoi dipinti, che realizza con una spontaneità quasi infantile. Una combattente delicata in un mondo freddo e arido, nel quale fa crescere fiori colorati a colpi di pennello.

Il calzino bianco e il calzino bucato

Centrale nella vicenda è la relazione tra Maudie e Everett. Le meravigliose interpretazioni di Hawkins e Hawke intrecciano due poli opposti in una chimica commovente. Sebbene fin dal principio il finale sia abbastanza prevedibile, la crescita interiore dei personaggi rende la coppia tenera ed emozionante. Due personaggi che si completano e che traggono piccole schegge dalla personalità dall’altro, accettandosi per quello che sono e non desiderando di più. Proprio come un paio di calzini spaiati, arrotolati nella stessa matassa.

Qualche cenno tecnico

Il film presenta la classica struttura a tre atti e una scrittura talvolta didascalica. Si tenta di sorprendere il pubblico con due colpi di scena che, tuttavia, deludono nel proprio intento, in quanto prevedibili fin dall’inizio. La tematica madre-figlia rimane purtroppo funzionale solo alla relazione tra Maudie e Everett e non viene esplorata a sufficienza, tanto da renderla superflua.

Sorprendente è invece il lavoro del set design: la casa dell’artista è stata riprodotta fedelmente e l’ambientazione è credibile e unica. La fotografia, abbinata alla scenografia, comunicano con chiarezza la passione e l’importanza della pittura per Maudie: non un semplice passatempo, ma un aspetto chiave per superare i dolori della vita. La claustrofobia della piccola baracca si abbina poi ad ambientazioni esterne mozzafiato: larghe pianure su cui calano cieli violacei o albe arancioni forti, i freddi inverni dalle bianche coltri e le piccole botteghe colorate dei pescatori. Un ottimo lavoro che spiega da dove Maudie si ispirasse per le sue opere, costruendo un personaggio credibile a cui ci si affeziona sin da subito.

In conclusione…

Maudie – Una vita a colori è un dramma emozionale, un po’ prevedibile, dalla protagonista forte e attuale. Una personalità che vi dipingerà qualche lacrima sulle guance.