La serie parla di John Ibrahim e di suo fratello Sam mentre scalano i ranghi del circuito criminale di King Cross in Australia. I due apriranno la strada, ma si perderanno a vicenda nella loro ascesa al potere. In particolare, la serie si concentrerà su John e la sua ascesa da immigrato povero senza istruzione, senza soldi e senza prospettive, a magnate dei nightclub più famigerati d'Australia a Kings Cross.
L’Ultimo boss di King Cross è una serie tv australiana tratta dal romanzo L’ultimo re della croce di John Ibrahim. La serie ad ora prevede una stagione di dieci episodi dai 45 ai 62 minuti l’uno. Il produttore esecutivo della serie è Marco Fennessy, mentre un altro produttore accreditato è Carlo Zwicky. La fotografia è stata realizzata da Bruce Young. Tra i registi dei vari episodi troviamo Kieran Darcy-Smith, Caterina Millar, Concedere Brown, Ian Watson e Grant Brown. La serie si trova su Sky e sulla piattaforma streaming Paramount+. É ispirata all’autobiografia del proprietario del nightclub John Ibrahim e alle sue esperienze a Kings Cross, un quartiere criminale nella città metropolitana di Sydney.
L’Ultimo boss di King Cross è prodotto da Helium Pictures, e distribuito a livello internazionale attraverso Cineflix Rights. Nel giugno 2023, la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.
L’ultimo boss di King Cross: la trama
La serie parla di John Ibrahim e di suo fratello Sam mentre scalano i ranghi del circuito criminale di King Cross in Australia. I due apriranno la strada, ma si perderanno nella loro ascesa al potere. In particolare, ci si concentra su John e la sua ascesa da immigrato povero senza istruzione, senza soldi e senza prospettive, a magnate dei nightclub più famigerati d’Australia a Kings Cross. Ci vengono presentati tutti gli uomini che controllano quest’area criminale, fra i quali c’è Ezra.
La serie racconta l’ascesa di due fratelli di origine libanese che si fanno strada nell’ambiente criminale. I due rimangono folgorati dalle luci di Kings Cross. In questo quartiere John apre un nightclub che diventa il più noto locale notturno della zona e attira l’attenzione dei vertici della città. Un’ondata di cocaina si diffonde a Sidney, sconvolgendo gli equilibri di chi gestisce il traffico di droga. I fratelli Ibrahim, nel corso della narrazione, si trovano a fronteggiare Shipman, il vero boss del crimine.
Cast ricco guidato da Tim Roth
Il cast non conta celebrità famose da cachet estremi, fatta eccezione per Tim Roth (Le Iene, Pulp Fiction, La legenda del pianista sull’oceano) nei panni di Ezra Schipman, uomo che controlla la vita criminale del quartiere. Tra gli altri attori, ci sono Lincoln Younes nei panni di John Ibrahim apparso in Grand Hotel, Callan Mulvey nei panni di un detective di nome Brian Crellane, Matt Nable (Antony ‘Big Tony’ Stone), Maria Tran che interpreta Madame Tien e Tess Haubrich (Elizabeth Doyle).
Tra gli attori che compaiono di meno invece troviamo Kevin Khan nel ruolo di Anh Tien, Hoa Xuande nel ruolo di Romeo, Damian Walshe-Howling nel ruolo di Joey Romano, Wesley Patten nel ruolo di Brett, Uli Latukefu nel ruolo di Tongan Sam, Tony Nikolakopoulos nel ruolo di Fat George e Setareh Naghoni nel ruolo di Wahiba Ibrahim.
Tim Roth nei panni di Ezra Schipman
Recensione di L’Ultimo boss di King Cross
L’impianto da mafia storyè ben riuscito. Si sente il desiderio di rivalsa del personaggio di John, un immigrato senza chissà quali ambizioni e aspirazioni lavorative che prova ad entrare in tutti i modi nel mondo mafioso di King Cross. L’interpretazione di tutti gli attori è credibile e azzeccata. Però le note di merito sono per Callan Mulvey nei panni del poliziotto, Lincoln Younes nei panni proprio di John Ibrahim, Maria Tran nei panni di Madame Tien, ma soprattutto Tim Roth. Ovviamente non si tratta della miglior interpretazione di Roth, però è sempre bello rimanere stupiti di fronte ad un attore con una simile resa cinematografico (La leggenda del pianista sull’oceano, Un’altra giovinezza, The Hateful Eight) come lui, impegnarsi in tal modo in serie televisive non di prima fascia (Lie to Me, Tin Star e adesso L’ultimo boss di King Cross).
Un altro grande pregio della serie è l’inedito setting criminale australiano messo in scena in maniera appropriata e convincente. In particolare colpisce la fotografia di Bruce Young tra sfavillanti luci, neon intermittenti e vizi di altro tipo del Kings Cross.
Alla scoperta del quartiere criminale di Sidney
La serie prende luogo in un inedito setting mafioso come anticipato in precedenza. Il luogo narrativo è costruito mediante un’ampia serie di vizi mondani e cittadini, tra i negozi e i locali a luci rosse, i venditori ambulanti che percuotono i passanti, le ragazze appariscenti e molto altro. Un microcosmo costruito abilmente attraverso una fotografia che risalta le luci deliranti ed eccessive dei nightclub, degli strip bar. La realtà quotidiana del quartiere King Cross, altresì detto semplicemente The Cross, risponde a quest’insieme di caos e traffico urbano.
Qui si muovono due personaggi appartenenti a un contesto povero, non agiato, provenienti dalla Guerra del Libano in cerca di riscatto. Come in altri prodotti gangster, la criminalità è mostrata come un’opportunità economica, dannosa, ma pur sempre remunerativa. Dal contesto bellico Libanese i due fratelli si ritrovano scaraventati in un mondo (a Sydney) metropolitano in cui la mafia, il commercio di droga, fumo, alcol e altro significano ascesa, riscatto e soldi a palate.
Atmosfere di un cinema gangster passato
Anche la serie Tulsa King invita a una rilettura del genere gangster, talvolta in chiave leggermente più ironica. E ancora tra le serie di genere gangster/mafia si possono citare Gangs of London, ma ancheFargoo Peaky Blinders.
Qui invece ci si prende più sul serio e con L’ultimo boss di King Cross non ci si ferma. Talvolta la criminalità non viene denunciata bensì esaltata, temi e argomenti dannosi come la vendetta e i disagi cittadini possono essere fraintesi. La serie sul quartiere australiano riflette molto sul riscatto sociale e sulla voglia di rivalsa di classi sociali meno agiate e messe ai margini, ma è l’unico vero strumento di riflessione. E questo è il vero grande difetto della serie. Al di là di semplice intrattenimento non aggiunge altro a quanto si è già visto in precedenti prodotti seriali e non. Gli stilemi della voice over, o della presentazione dei personaggi in stile Quei bravi ragazzi e Casinò sono palesi.
Le conclusioni
L’Ultimo boss di King Cross è un’interessante riproposizione visiva del genere gangster movie alla Martin Scorsese. La serie tv è degna di un buon intrattenimento, le puntate scorrono piacevolmente. Le note di merito sono l’interpretazione degli attori principali, la fotografia e la scenografia. L’inedito setting offre vivacità e maggior stupore allo spettatore, di fronte a una realtà raramente conosciuta in passato nell’audiovisivo.
Ma non si tratta di un prodotto rivoluzionario, ma di una serie che non aggiunge altro alla tematica di fondo del riscatto sociale.
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L'ultimo boss di King Cross
Anno: 2023
Durata: 10 episodi da 45/62 minuti
Distribuzione: Sky, Now, Paramount+
Genere: poliziesco, drammatico
Nazionalita: Australia
Regia: Kieran Darcy-Smith, Caterina Millar, Concedere Brown, Ian Watson e Grant Brown