Distribuito nelle sale cinematografiche italiane a inizio Dicembre 2021, approda in blu-ray, sotto il marchio Warner, Cry Macho – Ritorno a casa. Il lungometraggio attraverso cui, alla invidiabile età di novantuno anni (!!!), Clint Eastwood torna dietro la macchina da presa, dopo il Richard Jewell datato 2019. Un lungometraggio che gli venne in realtà proposto circa mezzo secolo prima, quando, però, lo rifiutò ritenendosi troppo giovane per esserne protagonista.
Un’idea che, non voluta a suo tempo da Hollywood come sceneggiatura, N. Richard Nash trasformò nel 1975 in romanzo.
Da cui, appunto, ha preso poi forma il film che, oggi, vede lo stesso Eastwood impegnato a vestire i panni dell’anziano Mike Milo. Che, un tempo stella del rodeo, ora allevatore di cavalli in declino, accetta da un ex boss l’incarico di riportargli a casa il figlio. In modo da separarlo dalla madre alcolista e viziosa Leta, ovvero Fernanda Urrejola. Personaggio, quest’ultimo, che ha spinto diversa critica a bollare come reazionaria la visione dell’operazione, soprattutto dal momento in cui entra in scena Marta alias Natalia Traven. Al contrario di Leta donna amorevole e piena di attenzioni nei confronti di Mike e del giovane Rafo, incarnato dal televisivo Eduardo Minett. Perché per tale critica pare sia inaccettabile dividere in cliché che definisce “banali” il sesso femminile sullo schermo. Giudizi molto più sterili di quanto vorrebbero apparire profondi e ragionati, su cui è meglio sorvolare.
In quanto, pur basandosi su un plot più esile del solito, l’ex “texano dagli occhi di ghiaccio” riconferma la sua maniera efficace di fare cinema. Un cinema che guarda evidentemente al passato, alle più classiche storie in pellicola a stelle e strisce. Trascinando lo spettatore, tramite Cry Macho – Ritorno a casa, in una polverosa vicenda on the road all’insegna della redenzione. Una vicenda che non sembra nascondere, in un certo senso, echi provenienti da precedenti opere eastwoodiane. Da Un mondo perfetto a Gran Torino, fino a Il corriere – The mule.
Sebbene vi si possano individuare addirittura influenze provenienti da Il sorpasso di Dino Risi, già dichiarata fonte d’ispirazione per Easy rider – Libertà e paura di Dennis Hopper.
Pellicola, quella interpretata da Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, di cui ricorda ovviamente il viaggio con confronto tra il ragazzo e l’uomo maturo. Qui anche troppo maturo, preso ad insegnare al primo cosa significhi essere una brava persona. Durante un tutt’altro che facile percorso dal Messico verso il Texas, con tanto di gallo a bordo. Man mano che viene ribadito che, invecchiando, ti accorgi che non avrai nessuna delle risposte che credevi di avere, prima o poi, andando avanti. E cosa è il macho? Nient’altro che colui che prova a fare il duro per dimostrare che ha fegato; ritrovandosi, però, sempre con un pugno di mosche. Dodici minuti making of e sette sul set in compagnia degli addestratori di animali presenti in Cry Macho – Ritorno a casa fanno da contenuti extra.