Rebibbia Lockdown è il film documentario di Fabio Cavalli, nato da un’idea di Paola Severino, in onda domenica 5 dicembre nello Speciale TG1.
La programmazione
Speciale Tg1, in collaborazione con Rai Cinema, proporrà in prima visione assolutadomenica 5 dicembre alle ore 23.40 su Rai1 il documentario Rebibbia Lockdown. Il film, diretto da Fabio Cavalli e nato da un’idea di Paola Severino (Vicepresidente della Luiss), racconta l’esperienza vissuta da quattro studenti universitari della Luiss con un gruppo di detenuti del reparto di Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia.
Il tema della pandemia
La narrazione esplora le inquietudini generate dalla pandemia all’interno dell’universo carcerario e il conseguente impatto sui detenuti e sul personale della Polizia Penitenziaria.
Nel periodo in cui il Covid-19 ha costretto tutti all’isolamento, il carcere è impenetrabile nel terrore che il contagio dilagasse e facesse una strage. Così, tra i protagonisti del film documentario s’instaura un fitto scambio epistolare, in cui ognuno sceglie di raccontare sogni, speranze e sacrifici.
Su tutti quanti ha aleggiato per mesi una domanda poco “filosofica” e molto concreta: “Se la mia vita finisse oggi, avrebbe avuto un senso?”. Nell’epistolario durato mesi, fatto di 100 lettere fra detenuti, ragazzi e agenti penitenziari, compare questa frase di Giovanni (20 anni da scontare):
“Cara Francesca, non ho mai nemmeno immaginato che la vita potesse finire, ho sempre osato, giocandomi tutto e rischiando oltre la misura. Ma oggi è diverso. È venuto il tempo di scavare in profondità, alla ricerca di ciò che è stato autentico nella mia vita, perché domani potrebbe essere tardi per fare i conti con me stesso.”
La narrazione
La vicenda viene raccontata in Rebibbia Lockdown con ogni mezzo ancora possibile: la scrittura, il disegno, l’immaginazione e la macchina da presa. Un incontro fra ragazzi e detenuti che, mentre il mondo cambiava, ha cambiato profondamente ciascuno dei protagonisti, sul piano dei vincoli umani.
Il film rende visibile l’invisibile. La tecnica narrativa è spinta al limite, fra la ricostruzione di fatti drammatici dell’attualità, condensati in una frase o in uno sguardo, e la resa dei conti di vite intere di crimini e misfatti.
Scrive un Agente della Polizia penitenziaria:
“Cara Angelica, mi chiedi notizie da qui dentro. I vostri studenti detenuti stanno tranquilli in Reparto. Il problema è che tutti quanti qui, noi e loro, abbiamo paura di fare la fine del topo.”
Nei giorni delle rivolte, la macchina da presa non può entrare. Le inquadrature delle telecamere di video-sorveglianza di S. Maria Capua Vetere hanno svelato una realtà che assomiglia alle immagini de La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo.
Ma come rappresentare i tentativi di fuga, la paura, la violenza, la vita segreta di uomini arroccati dentro la fortezza come in un deserto dei tartari? Gli uni per condanna, gli altri per dovere professionale. Valicato l’ultimo limite della sintassi cinematografica, un grande disegnatore trasforma in animazioni i racconti e le deliranti visioni mentali di un giovane artista ergastolano.
Il progetto
Rebibbia Lockdown è la naturale prosecuzione del progetto “Legalità e Merito nelle scuole”. Nato nel 2017, è da sempre pensato per gli studenti delle scuole secondarie di II grado e per i giovani detenuti presso gli Istituti Penali Minorili di tutta Italia, in modo da sensibilizzarli sui valori della legalità e del merito, sulla cultura della corresponsabilità, delle regole e del senso civico, della trasparenza e del rispetto dei beni comuni.
“Legalità e Merito nelle scuole” è un’iniziativa sviluppata in collaborazione con il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Istruzione, il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Consiglio Superiore della Magistratura, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e l’Autorità Nazionale Anticorruzione.