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Torino Film Festival

Lingui (Una madre, una figlia). Una gemma preziosa al Torino film festival

In corsa per la Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, Lingui è una gemma preziosa, un inno alla riscoperta dell’identità di genere, un canto orgoglioso e punitivo, un’ode alla speranza. Questa settimana visto al Torino Film Festival!

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Lingui torino film festival

Giovani donne in un paese africano, che faticosamente riusciamo a collocare su una cartina, resistono alla vita, nonostante tutto.

Una giovane madre (Amina) osteggiata dalla società e dalla sua stessa famiglia poiché single e, dunque, non conforme al ruolo imposto al sesso femminile; una figlia adolescente (Maria) la cui bellezza viene presto violata e si scopre incinta. Un karma che ritorna, una condanna ai margini di un paese (il Ciad in questo caso), dove l’interruzione di gravidanza è proibita per legge, negata dal dogma religioso che impone alle donne un’unica via.

È un cinema di donne Lingui, un coraggioso j’accuse scritto e diretto da un uomo – Mahamat-Saleh Haroun – che proietta una luce spietata e altrettanto dolce su un universo brutale in cui la salvezza passa unicamente dalla prospettiva femminile.

Amina, inizialmente rabbiosa e disperata dinanzi all’intento di abortire della figlia, intraprende lentamente un percorso di liberazione e tenterà ogni via per assecondare il desiderio di Maria; è più importante resistere ed affermarsi invece che cedere al volere di uomini che le vorrebbero sfruttare in nome di una finta protezione.

Apparentemente non c’è salvezza per nessuna, se ancora bambine si è condannate all’infibulazione, se sorelle si è costrette a ripudiare “i sacri legami” famigliari (i Lingui del titolo, appunto) per volere del padre, se giovani donne non è riconosciuta alcuna forma di autodeterminazione giacché si è pura carne da macello. Neanche la dimensione religiosa offre spiragli se la fede è mediata da corpi e intenti maschili (l’imam censore che neppure tende la mano nei momenti bui perché il corpo femminile è impuro).

Lo smarrimento è totale: la corsa senza meta di Maria lungo strade assolate e polverose la condurrà ad un tentato suicidio e magistralmente rappresentato è il senso di terrore quando ritroverà un’eco del male subito sul volto degli uomini che la salvano dall’annegamento.

E allora arriva come una benedizione la danza di Amina che in un gesto di autodeterminazione si riappropria della sua grandezza e dà il via a una catena di gesti che riscriveranno il futuro di Maria e di tutte le donne che si ritrovano alla fine della pellicola.

In corsa per la Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes, Lingui è una gemma preziosa, un inno alla riscoperta dell’identità di genere, un canto orgoglioso e punitivo, un’ode alla speranza.

Francesca Trinca

Guarda le clip e leggi le dichiarazioni del regista: ‘Lingui’ di Mahamat-Saleh Haroun al Torino Film Festival

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