Nonostante la nebbia (Il mio nome è Mohammed) di Goran Paskaljević si apre e si chiude con l’immagine di una strada avvolta da una fitta nebbia, un paradigma che ci immerge immediatamente nell’atmosfera della storia. Una società contemporanea che non vuole dissipare questa nebbia che occlude anche il cuore e che permette di muoversi senza essere notati.
Paolo, ristoratore in un paesino in provincia di Roma, torna a casa dopo il lavoro in una notte piovosa. Sulla strada vede un bambino a una fermata del bus e decide di portarlo a casa. Il bambino, Mohammed, è un rifugiato Libico, che ha perso i suoi genitori durante il viaggio verso l’Italia. La sua presenza turba la moglie Valeria, all’inizio titubante e sospettosa, ma alla fine accetta di ospitarlo per la notte. dargli il suo affetto malgrado i pregiudizi della gente.
Questa presenza si prolungherà per alcuni giorni “giusto il tempo che si rimetta” e Valeria pian piano sembra uscire dalla depressione che l’ha travolta dalla morte del figlioletto Marco. Nonostante i pregiudizi di una società poco tollerante, Valeria e Paolo, accolgono Mohammed come un figlio, fin quando questa presenza li metterà di fronte a un bivio.
Il tema toccato da Paskaljević è strettamente legato al concetto di identità. Stravolta, violata, annullata. Tutti i protagonisti si confrontano o si scontrano proprio su questo tema. Il bambino libico diviene rappresentante del dramma dei bambini migranti non accompagnati. Negli ultimi 3 anni 10.000 bambini sono scomparsi in Europa, la metà di questi in Italia.
Paskaljević affida ad un cast di gran qualità, una storia in cui molti si riconoscono. Giorgio Tirabassi (Paolo) e Donatella Finocchiaro (Valeria) conducono per mano lo spettatore nell’intimità di una famiglia lacerata dal dolore immenso per la perdita prematura del figlio gravemente malato. La depressione ha avvolto la loro casa fino all’incontro con Alì Mousa Sahran (Mohammed). La fragilità di questa coppia è tangibile, nei tentativi di Paolo per riportare il sorriso sul volto sofferto di Valeria
Ancora una volta, Francesco Acquaroli (Luciano), conferma la credibilità dei personaggi che gli vengono affidati. Luciano è una persona dal pensiero semplice, uno tra molti che vive di luoghi comuni, così distante dal fratello Paolo, ma capace di comprendere quella scellerata scelta di non avvertire le forze dell’ordine della presenza del minore.
Paolo e Valeria cercheranno l’approvazione della piccola società composta dal nucleo familiare, i genitori di Valeria (Anna Galiena e Luigi Diberti), fino alla presa di coscienza di Paolo che nel momento in cui prende la decisione corretta, perde tutto.
Distribuito grazie a 102 Distribution su Prime Video, CGDigital, iTunes, GPlay, Rakuten e Chili dal 21 marzo per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Prodotto da Cinemusa e da RaiCinema, Nonostante la nebbia è l’ultimo film del regista serbo, scomparso lo scorso settembre, e presentata in molti Festival, come in quello di Valladolid al Tallinn e Carthage Film Festival.