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Trieste Film Festival 2019: Chris the Swiss di Anja Kofmel

Appassionante e sconvolgente, la visione del film premiato a Trieste come Miglior Documentario in concorso.

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Era appena una bambina Anja Kofmel, quando il corpo di suo cugino Christopher Würtenberg venne ritrovato senza vita in una sperduta località della Croazia: piccolo ma ugualmente tragico episodio risalente al gennaio 1992, che venne presto insabbiato restando in qualche modo ai margini di uno tra i più devastanti conflitti che, nel corso degli anni ’90, insanguinarono i territori dell’ex Yugoslavia. Lo sfortunato Chris, che pur così giovane aveva già collezionato importanti esperienze da reporter di guerra in Namibia, si era mosso dalla sua terra d’origine, la Svizzera, per documentare quanto di orribile stesse accadendo, soprattutto a danno di civili, durante i brutali scontri tra milizie serbe e croate. Giunto lì come giornalista, il ragazzo si era fatto però coinvolgere emotivamente dagli eventi, fino al punto di attraversare una soglia molto pericolosa. Una sorta di punto di non ritorno. Su invito di un collega spagnolo vicino ad ambienti decisamente ambigui, pericolosi, si era lasciato infatti convincere ad abbandonare le vesti di giornalista super partes per indossare invece l’uniforme del PIV, una brigata internazionale affiancata alla Guardia Nazionale Croata e composta prevalentemente da mercenari vicini a realtà europee dell’ultra-destra e del cattolicesimo più intransigente. Un’unità, insomma, che oltre a essere almeno in parte finanziata dall’Opus Dei, come verrà accertato successivamente, si sarebbe distinta non tanto al fronte quanto piuttosto per le ripetute azioni di pulizia etnica e per altri crimini di guerra. Non erano certo questi gli ideali per cui Chris “lo svizzero” aveva pensato di assumere un ruolo attivo nei combattimenti. Ma sarà proprio la volontà da lui esplicitata di testimoniare tali retroscena in un libro e in interviste coi colleghi della stampa estera presenti a Zagabria, ciò che lo farà cadere vittima di un vile agguato, orchestrato con ogni probabilità dai suoi stessi commilitoni…

Vincitore alla trentesima edizione del Trieste Film Festival sia del Premio Alpe Adria Cinema al Miglior documentario in concorso che del Premio Osservatorio Balcani e Caucaso, Chris the Swiss restituisce di questa scabrosa vicenda non soltanto un ritratto a 360°, ma anche un punto di vista a dir poco straordinario: quello di Anja Kofmel, parente della vittima cresciuta con una profonda angoscia per quanto accaduto in guerra al cugino e col desiderio di studiare il caso più a fondo, intenzione messa poi in pratica dopo esser diventata, da grande, un’apprezzata regista d’animazione e di documentari.
Chris the Swiss si configura proprio così, quale spavalda detection destinata a seguire tanto il filone del giornalismo d’inchiesta che quello, decisamente più intimo, del diario di famiglia. Le bellissime, struggenti, malinconiche animazioni sono lo strumento adottato dalla regista per creare un ponte tra lei e l’evanescente figura del cugino tragicamente scomparso, rendendo al contempo l’atmosfera opprimente della guerra.
Definito ottimamente il mood dell’opera, Anja Kofmel ha dimostrato poi altrettanta personalità nel portare avanti una ricerca documentaria dagli esiti spesso sconcertanti. La figura già così sfaccettata di Chris viene messa progressivamente a nudo dalle tante rivelazioni di cui sono autori personaggi dalla provenienza più disparata: dai reporter di stanza in Croazia all’epoca dei fatti ai famigliari stessi di Cris, dai mercenari (quantomeno quelli sopravvissuti) che militavano nella sua unità fino al famigerato terrorista internazionale Carlos, dalla cui testimonianza verbale affiora persino il sospetto che Christopher Würtenberg potesse essere un agente segreto al servizio del proprio paese, la Svizzera. Tante zone d’ombra, tanti interrogativi irrisolti, tanti sospetti atroci, ma anche qualche barlume di luce all’interno di un vibrante documentario, che sa unire splendidamente la dimensione privata a una ricostruzione storica e giornalistica di notevole spessore.

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