La parentesi romana di CinemaSpagna si è conclusa l’8 maggio scorso. Adesso però l’avventura continua. E questo vivacissimo festival itinerante del cinema spagnolo ha già colonizzato il Veneto, grazie alle date di Venezia e Treviso. Un motivo in più per riprendere il discorso da noi avviato nelle settimane precedenti, spendendo ad esempio due parole su La Nueva Ola Latinoamericana, finestra aperta al continente latinoamericano che anche quest’anno ha regalato diverse sorprese… o magari conferme. Oltre infatti alla riproposizione di Una Mujer Fantástica di Sebastián Lelio, meritatissimo premio Oscar per il Cile, sono stati proiettati l’ottimo As duas Irenes di Fabio Meira, pressoché inedita presenza brasiliana, ed un film forse non completamente risolto ma ricco di spunti interessanti come La educación del Rey di Santiago Esteves.
Ecco, il cinema argentino aveva già compiuto in passato qualche proficuo blitz nel programma di CinemaSpagna, ci vengono in mente ad esempio El ciudadano ilustre (2016) di Oscar Martínez e Nora Navas o anche El estudiante (2012) di Santiago Mitre, che con il suddetto La educación del Rey condivide peraltro la presenza nel cast di un ottimo attore, Germán de Silva.
Nella fattispecie l’opera prima di Santiago Esteves ha il merito di contaminare i generi fornendo di sguincio un affresco crudo, di stampo quasi “neorealista”, della provincia argentina di oggi. Un cinema che viaggia perciò a diverse centinaia di kilometri della capitale Buenos Aires per raccontarci, con toni veristici resi più sapidi dall’elemento noir, l’arte di arrangiarsi in aree che sentono per intero il peso della recessione economica. Al centro del plot vi è Reynaldo, per gli amici “el Rey”, un re sbandato e senza regno in quanto ragazzo scappato di casa e catapultato dal fratello nella malavita di Mendoza. Il suo battesimo del fuoco è il tentativo finito male di svaligiare un ufficio. Da quella notte, a causa dell’allarme scattato anzitempo e di una fuga riuscita solo in parte, il giovane è costretto a rispettare le regole propostegli da Vargas (Germán de Silva, per l’appunto), ex guardia giurata nel cui giardino “el Rey” è precipitato, facendo non pochi danni, durante il tentativo di sottrarsi all’arresto. I due troveranno sorprendentemente un modo di intendersi. Ma mentre l’ex vigilante in pensione tenta di offrire al ragazzo una seconda chance, ci sono personaggi ben più pericolosi sulle sue tracce…
Prima di un finale coerente con tali assunti La educación del Rey stenta un po’, specie nella parte centrale, per la resa un po’ a singhiozzo degli elementi da “crime story” di uno script che risulta forse un po’ troppo ambizioso, nel mettere così tanta carne al fuoco, ma che di sicuro offre parecchie suggestioni, sia a livello ambientale che di sviluppo dei personaggi. L’anomalo racconto di formazione che vede il pensionato offrirsi come guida al giovane scapestrato è senz’altro la nota più felice del racconto. Ma anche quelle ombre inquietanti, rappresentate dalla commistione di mondo criminale e poliziotti corrotti abituati ad agire fuori dalla legge, una loro impronta la lasciano, eccome.