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In Sala

Il professor Cenerentolo

Ciò che dovrebbe spingere il pubblico ad andare a vedere anche questo film, Il professor Cenerentolo, credo essenzialmente si possa incentrare su due aspetti: il primo è che i film di Pieraccioni trasmettono sempre un senso di grandissima tenerezza, e poi perché il suo cinema è puro. Per cui il 7 Dicembre andate a vederlo, senza troppa puzza sotto il naso, d’altronde un po’ di tenerezza non fa mai male sotto Natale

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Sinossi: Il film racconta la storia di Umberto che per evitare il fallimento della sua disastrata ditta di costruzioni ha tentato insieme ad un dipendente un maldestro colpo in banca che gli ha fruttato però solo quattro anni di carcere! Ma se non altro, nella prigione di una bellissima isola italiana: Ventotene. Adesso Umberto è a fine pena e lavora di giorno nella biblioteca del paese. Una sera, in carcere, durante un dibattito aperto al pubblico, conosce Morgana, una donna affascinante, un po’ folle e un po’ bambina. Morgana crede che lui lavori nel carcere e che non sia un detenuto. Umberto, approfittando dell’equivoco, inizia a frequentarla durante l’orario di lavoro in biblioteca. Ma ogni giorno entro la mezzanotte, proprio come Cenerentola, deve rientrare di corsa nella struttura per evitare che il direttore del carcere (Flavio Insinna) scopra il tutto e gli revochi il permesso di lavoro in esterno.

Recensione: Intanto partirei con il sottolineare un omaggio a Robin Williams in quel messaggio “Good Morning Vietnam” che Leonardo Pieraccioni utilizza nel film come segnale in codice con il suo collega. Che sembrerebbe quasi un particolare ininfluente da sottolineare, ma non è così visto che nel cinema italiano gli omaggi al genio malinconico Williams non si sono sprecati. Ed è bello che uno come Leonardo Pieraccioni lo ricordi così. In molti hanno sempre scritto che comunque i suoi film si somigliano tutti e più o meno gli argomenti sono sempre gli stessi. Definito anche come cinepanettone (questo anche perché l’uscita è sempre sotto Natale), ma onestamente non mi verrebbe mai da definire un film del “comico” toscano appartenente a questo genere. I film di Pieraccioni non sono mai stati volgari, semmai hanno sempre avuto come unico fattore determinante la leggerezza, ma leggerezza in alcuni casi, in questo caso, non vuol dire né volgarità né stupidità, anzi. Personalmente il genere comico/leggero non è nelle mie corde, eppure i film di Leonardo Pieraccioni mi hanno sempre spinto ad andare al cinema per una motivazione di fondo. Non l’ho mai considerato comico completo, nei suoi film è sempre stata evidente la vena malinconica. Vena malinconica che con gli anni è sempre più evidente.

Abbandonate le bellone danzatrici che gli salvano la vita in un tripudio di gioia e amore, Il professor Cenerentolo è il ritratto di un padre che ha paura di essere sostituito/dimenticato nel cuore della propria figlia. Perché sì, ne Il Professor Cenerentolo c’è la bellissima Laura Chiatti, che non interpreta però la bellona di turno, anzi è solo un mezzo per riscoprire il vero affetto e la vera mancanza del personaggio interpretato da Pieraccioni. Non vi aspettate un lieto fine a tutti i costi, aspettatevi un punto interrogativo semmai. Si sorride anche ma non è propriamente un film dalle grasse risate. Intanto l’ambiente è quello del carcere, vissuto in maniera goliardica, o forse come dovrebbero essere le nostre carceri, almeno con un aspetto più umano, e Pieraccioni è un ingegnere che in seguito ad un fallimento societario, con l’intento di salvare il suo lavoro, è finito in carcere per aver tentato un maldestro colpo in banca. In prigione sconta la sua fine pena impartendo lezioni nella biblioteca del paese. Durante un incontro pubblico incontra Laura Chiatti (Morgana) e farà di tutto, inventando piccole bugie, per fargli capire che è un uomo onesto e puro. La vera paura di Umberto però è quella di essere dimenticato nel cuore della propria figlia. E tramite i suoi colleghi e Morgana cercherà in qualunque modo di far sì che la figlia possa avere l’immagine del padre che la ama davvero, e che nonostante un errore vuole essere giudicato con gli occhi dell’amore.

Un cast ricco per questo nuovo film che vede come protagonisti oltre allo stesso Pieraccioni, Laura Chiatti, Davide Marotta, Sergio Friscia, Nicola Acunzo, Massimo Ceccherini e Flavio Insinna. Girato interamente nella splendida Ventotene.

Come dicevo prima, quello che dovrebbe spingere il pubblico ad andare a vedere anche questo film, Il professor Cenerentolo, credo essenzialmente si possa incentrare su due aspetti: il primo è che i film di Pieraccioni trasmettono sempre un senso di grandissima tenerezza, e poi perché il suo cinema è puro. Non parlo di un eterno Peter Pan dietro la macchina da presa ma di un regista che racconta con estrema spensieratezza i sentimenti in maniera pulita. Ecco, credo che Il professor Cenerentolo sia un film “pulito”, malinconico a  tratti, certo, perché la paura di qualunque tipo essa sia e qualunque cosa possa riguardare porta e lascia sempre malinconia. Ora non sappiamo quanta voglia di osare abbia Leonardo Pieraccioni nel suo prossimo film (magari non gliene frega niente), ma se dovesse seguire la scia de Il professor Cenerentolo dovrebbe andare oltre con la sua vena malinconica, senza perdere la purezza ma cercando di mettere nei suoi film quello che riesce a scrivere ad esempio nella canzone da lui scritta, Il Re:

“Sono il re di una donna di cuori che da tempo ho scordato dentro a un freddo caffè/ Sono il re delle mezze stagioni dei ricordi bagnati stesi al sole d’agosto/ Sono il re di quei cinema vuoti dove crescono i rami e non trovo mai posto/ Sono il re del cartoccio di pizza e di un’inutile casa con il finto parquet/ Sono il re dei pagliacci e stasera fra le luci del circo piangevo per te/ Se ti affacci anche adesso mi vedi sullo sfondo del niente le parole le ho scritte convinto ma sopra il burro cocente e se scendi da quella cometa scoprirai soprattutto che il regalo più bello che sogni a volte è la vita e ripartire da un rutto/ Sono il re dei cantanti stonati di una vecchia chitarra a cui manca una corda/ Sono il re di un’inutile guerra e dei cantanti stonati che nessuno ricorda/ Sono il re di me stesso e stasera ho trovato il coraggio di parlarti di me/ Ma sono il re delle rime sbagliate e sottovoce ti dico/ Ho bisogno di the”.

Per cui il 7 Dicembre andate a vederlo, senza troppa puzza sotto il naso, d’altronde un po’ di tenerezza non fa mai male sotto Natale.

Graziella Balestrieri

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  • Anno: 2015
  • Durata: 92'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Leonardo Pieraccioni
  • Data di uscita: 07-December-2015