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In Sala

1921 – Il mistero di Rookford

Nick Murphy, regista in erba, si ispira a thriller psicologici di alto calibro come “The Others” e “Le verità nascoste”, per realizzare una pellicola ansiogena e inquietante che tiene desta l’attenzione dello spettatore

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Anno: 2011

Distribuzione:  Eagle Pictures

Durata: 107′

Nazionalità: Gran Bretagna

Regia: Nick Murphy

 

La casa è, solitamente, un luogo caldo, accogliente, familiare. Eppure, le ville (apparentemente) abbandonate sono, da sempre, i posti preferiti in cui ambientare film horror o, più semplicemente, thriller. Cosa c’è di più spaventoso, infatti, di un luogo inizialmente ospitale che diventa, improvvisamente, minaccioso e infestato di fantasmi? Ce lo aveva insegnato Robert Wise nel lontano 1963 con Gli invasati. Da allora, milioni di film su case abitate da presenze hanno invaso i nostri schermi. Dopo i recenti The Others, Il sesto senso e The Orphanage, arriva nelle sale 1921 – Il mistero di Rookford, opera prima dell’esordiente Nick Murphy.

Inghilterra, 1921. In un antico collegio maschile accadono cose misteriose: ogni anno una figura sfocata (un bambino?) appare nelle foto di gruppo. Il professor Robert Mallory, sconsolato eroe di guerra, non riesce a spiegarsi l’avvenimento e lo attribuisce, esclusivamente, a sporadiche fatalità. Quando un allievo, però, muore inspiegabilmente, l’uomo è costretto a chiamare la più grande esperta e cacciatrice di fantasmi, la signorina Florence Cathcart. La donna, scettica e diffidente, accetta il caso ma i suoi strumenti ultra-tecnologici non riescono a fare luce, davvero, sulla faccenda. Quando tutti i bambini tornano a casa per le vacanze, Florence avrà un incontro ravvicinato con il fantasma….

Se c’è una cosa che, forse, fa più paura di una scena sadica e crudele, è un’azione immaginata in tutta la sua violenza. La differenza tra un horror puro (nelle sue varie sfaccettature splatter, gore o slasher) e un thriller ben riuscito, è proprio la capacità di terrorizzare il pubblico facendogli semplicemente immaginare delle cose terribili. Nick Murphy, regista in erba, si ispira a thriller psicologici di alto calibro come The Others e Le verità nascoste, per realizzare una pellicola ansiogena e inquietante che tiene desta l’attenzione dello spettatore.

La scelta registica di permettere al pubblico di accorgersi dell’avvicinamento del fantasma ai protagonisti prima degli stessi personaggi, infatti, fa in modo che l’agitazione dello spettatore sia più grande dello spavento della vittima. Ottimo stratagemma, dunque, quello del regista irlandese che affida a Rebecca Hall, Dominic West e Imeld Staunton, il compito di assecondare il suo gioco perverso (?). Le musiche, inoltre, basate essenzialmente sulla ripetizione di poche note di violino e su filastrocche e nenie infantili, accrescono la suspense e favoriscono il riaffiorare di ricordi lontani. Un applauso, dunque, a Nick Murphy capace di creare, con pochi elementi, una pellicola costruita ad hoc per tenere sulle spine lo spettatore, fino alla risoluzione finale (?) del mistero.

Martina Calcabrini

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