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Le fotografie di Francesco Pasinetti in mostra a Roma per riscoprire “un simbolo” del cinema italiano

A 70 anni dalla sua scomparsa, Francesco Pasinetti viene celebrato a Roma, al Teatro dei Dioscuri al Quirinale, con una mostra dedicata alla sua produzione fotografica e alla sua figura di rilievo per il cinema italiano

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Per Michelangelo Antonioni era “un simbolo”. Per Vittorio De Sica “la nostra coscienza”. A soli 22 anni Francesco Pasinetti è il primo ragazzo d’Italia a laurearsi con una tesi sul cinema. A 23 anni, nel 1934, realizza il suo primo e unico lungometraggio, Il canale degli angeli, ambientato a Venezia, la sua città natale, dove inizia i suoi primi studi da fotografo e muove i primi passi come artista. La mostra, ideata e curata da Carlo Montanaro, presenta al pubblico (dal 22 novembre 2017 fino al 28 gennaio 2018) 80 scatti fotografici che ricostruiscono lo sguardo di un maestro, tuttora, a quasi 70 anni dalla sua scomparsa, ancora un oggetto di culto per una schiera di cinefili e professionisti.

Il percorso espositivo, diviso in tre sezioni, si apre su una Venezia in bianco e nero. Una città fatta di scorci e prospettive; immortalata nel suo fascino caotico e labirintico. “Un lontano ricordo della Venezia di allora, se confrontata con la città di adesso – ci tiene a sottolineare Carlo Montanaro – ma che lo spettatore può trovare, grazie al lavoro compiuto da Pasinetti, nella sua forma definitiva”.

Nella sezione successiva l’artista racconta la sua passione e il lavoro di una vita, il cinema. Nella sua vita Pasinetti ha girato un lungometraggio, numerosi documentari, scritto sceneggiature, critiche e numerosi saggi sul cinema. Ha immortalato con i suoi scatti tantissimi attori e attrici: Alida Valli – fotografata in splendidi provini a cui la mostra dedica ampio spazio -, Carla Del Poggio e Maria Denis, insieme a numerose fotografie realizzate sui set cinematografici. Se Pasinetti ha lasciato in eredità solo un’opera come regista (un’attività che la morte prematura, a soli 37 anni, gli impedì di continuare) nelle sue foto è visibile un’idea di cinema – dalla geometria dei suoi scatti, ai paesaggi delle rive padane immobilizzati nel suo bianco e nero – capace di anticipare per visione e messa in scena l’eredità del Neorealismo.

Non solo a Venezia si intitola la serie di fotografie (nonchè ultima sezione della mostra) realizzate da Pasinetti fuori dalla sua città natale, quando lo stile dell’artista iniziò a mutare, forse influenzato dall’evoluzione a cui, riviste americane come Life, puntarono, negli anni ’30, virando verso un nuovo genere di fotografia, più adatto a raccontare i luoghi e le persone. Stile che in Italia, riviste come Tempo, importarono, sfruttando il talento e l’attività di Pasinetti. Aggiungendo, alle atmosfere precedentemente citate, sofisticati ritratti e studi dedicati alla figura umana, a sottolineare la continua esigenza dell’artista di sperimentare ed evolversi.

Nell’ultima sala della mostra, il curatore Carlo Montanaro dedica spazio al nonno di Pasinetti, Guglielmo Ciardi. Attraverso quattro disegni realizzati dal grande pittore vedutista, l’esposizione lascia intravedere un fil rouge tra il paesaggio lagunare e l’entroterra veneto immortalato da Ciardi nelle sue opere e il paesaggio fissato nelle fotografie in bianco e nero di Francesco Pasinetti. Un’eredità che ha influenzato l’artista veneziano non solo nel suo stile di composizione e di gestione della luce, ma anche nei soggetti delle sue fotografie, più attente all’ambiente e alla suggestione provocate dai paesaggi che alle persone e ai volti che popolano i suoi scatti.

Ad arricchire la collezione concorrono anche alcuni cortrometraggi realizzati dall’artista, restaurati nel 2011 in occasione delle celebrazioni del suo centenario, che chiudono la mostra organizzata e promossa da Istituto Luce-Cinecittà in collabazione con CSC-Centro Sperimentale di Cinematografia. Oltre gli 80 scatti disponibili al pubblico, un libro, Questa è Venezia-1943edito da Marsilio, porta alle stampe un volume progettato in vita da Pasinetti con 200 immaigni riprodotte insieme a un ricco apparato critico, storico e filologico.

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