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Hokusai dal British Museum, al cinema dal 25 al 27 settembre

Hokusai dal British Museum è il titolo del vivace documentario dedicato al grande artista giapponese considerato uno degli artisti più rivoluzionari di sempre

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Hokusai dal British Museum è il titolo del vivace documentario dedicato al grande artista giapponese considerato uno degli artisti più rivoluzionari di sempre. Distribuito da Nexo digital, sarà in sala esclusivamente nei giorni 25, 26 e 27 settembre. Un viaggio appassionante nella grande arte di Hokusai che parte dall’origine del suo genio artistico, e, passando in rassegna le sue opere più famose – dalla celebre Grande Onda alle vedute del Monte Fuji -, arriva proprio nelle stanze del museo londinese che gli ha dedicato una mostra da maggio all’agosto scorso.

A guidare il pubblico in questo tour – appositamente creato per il documentario – le voci di autorevoli studiosi dell’artista, tra cui David Hockney, il pittore giapponese Ideguchi Yuki, lo storico dell’arte Andrew Graham-Dixon e gli artisti Grayson PerryKate Malone e Maggi Hambling. A loro si aggiungeranno Tim Clark, il curatore della mostra, e Roger Keyes, che da quasi 50 anni si dedica allo studio delle stampe di Hokusai. Hokusai al British Museum è stato girato in Giappone, Stati Uniti e Regno Unito, è co-prodotto con NHK (Japan Broadcasting Corporation). Le riprese realizzate in 8K permettono di apprezzare ulteriormente le tecniche pittoriche e il lavoro finissimo di costruzione alla base della realizzazione di opere divenute delle vere e proprie icone.

Katsushika Hokusai nacque a Edo nel 1760. Pittore e incisore per gran parte della sua carriera realizzò stampe, sopratutto xilografie, prima dedicate a soggetti teatrali, poi ai paesaggi. I suoi disegni slegati possono essere definiti i primi manga della storia e, in un certo senso, il suo uso del colore bidimensionale potrebbe esser stato fonte di ispirazione dei primi animatori Disney. Estroverso al limite dell’arroganza, cambiò nome innumerevoli volte finendo per definirsi “Il tutto”. Visse gli ultimi anni della sua lunga vita insieme alla figlia Oi – che lavorò insieme a lui a diverse opere – dedicandosi esclusivamente alla pittura dopo che sfuggì miracolosamente all’incendio della sua casa che ne distrusse tutto il suo archivio personale. Morì a Edo nel 1849.

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